Voria: “Grande entusiasmo. Magrini gestisce il gruppo in modo eccezionale”
“Mi chiamò Simone Farina, a ridosso di Chianciano. Mi chiese una mano per la prima squadra, soprattutto per le quote visto che ho lavorato con diversi giovani come Hagbe, Morosi e Costanti. È il loro primo anno tra i grandi e necessitano di un’attenzione particolare”. A parlare, a “Al Bar dello Sport”, trasmissione della Gazzetta di Siena, è il viceallenatore bianconero Gill Voria. Queste le sue dichiarazioni:
Partenza – “All’inizio non è stato facile. C’era molta aspettativa, perché ti chiami Siena, e anche la volontà di tenere i piedi per terra. Per chi ha vissuto gli ultimi tre anni è ancora difficile digerire quel che è successo. L’entusiasmo che si è creato è bello, soprattutto la domenica non pensi che sei così in basso. È più difficile durante la settimana. Finisci l’allenamento e dici: cavolo, siamo in Eccellenza”.
La squadra – “Sta crescendo, è in salute sia a livello fisico che mentale, c’è una bella competizione e i risultati ci stanno aiutando a creare un clima bello. Si percepisce la crescita e si può fare molto di più”.
Ruolo – “Arrivai al Siena nel 1997 dopo tre anni di B, mi voleva l’Ascoli e quindi ero un po’ titubante. Poi ho avuto la fortuna di vivere grandi momenti col Siena. Quello che sento addosso cerco di trasmetterlo, lo facevo già con le giovanili. Ho sempre detto ai ragazzi che quando noi giochiamo in trasferta portiamo lo stemma in giro per l’Italia, giochiamo per Siena e per il Siena. Cerco di farlo anche ora, pure con i più grandi che conoscono meno la storia passata ma solo quella più recente che è molto negativa”.
Motivatore – “Prima del riscaldamento riunisco i giocatori in cerchio. È un momento che ci ritagliamo insieme per provare a tirare fuori il meglio in quei novanta e passa minuti, per creare un’atmosfera positiva. Non è che mi preparo un discorso prima, sono situazioni che non si possono costruire a tavolino. Dico quello che mi viene al momento. Perché le cose spontanee sono quelle che si percepiscono di più”.
Giocatori – “Masini non lo conoscevo calcisticamente e ho scoperto un giocatorino niente male, in questa categoria ne vedo pochi come lui. Bianchi e Cristiani hanno fatto parte del Siena e conoscono la sua storia. Se io faccio il discorso prima della partita, Bianchi lo fa già nello spogliatoio. Sono dettagli, ma importanti perché ti aiutano a trovare la concentrazione, un clima giusto che ti fa entrare subito in partita. Poi c’è gente che ha esperienza, Lollo sta dimostrando che c’è un motivo se ha fatto la Serie A. L’umiltà mi ha colpito. In questi giorni li prendevo in giro: abbiamo un centrocampo borghese. Abbiamo il conte, il duca, il barone e il principe, indovinate voi chi sono. A volte uno non percepisce certe cose, ma con questi quattro in mezzo è tutto più semplice”.
Magrini – “Lo sto conoscendo adesso e gestisce il gruppo in modo eccezionale. In alcuni momenti avrei fatto altre cose e invece mi rendo conto che spesso è meglio alzare il piede dall’acceleratore. Questo mio ruolo è un momento per imparare da una persona che ha vinto tanti campionati”.
Avversità – “Potevo aspettarmela sportivamente da quelle squadre che puntavano a vincere il campionato. Ma l’invidia e la cattiveria me l’aspettavo meno. Quello che è successo al Siena è capitato a tante altre squadre. Che si fa, si fa pagare queste colpe alla gente? Dire che deve ripartire dalla Terza Categoria… Parliamo tanto dello sport come veicolo di amicizia e solidarietà, e poi facciamo certi discorsi? Deve essere uno stimolo affrontare il Siena. Può migliorare i ragazzi che si mettono alla prova con giocatori più esperti e può aiutare le società perché il Siena in trasferta muove 200 persone. Siamo partiti il 4 settembre, abbiamo superato undici tesserati il giovedì prima del debutto: ma di cosa stiamo parlando. Non darci una mano è stato di cattivo gusto. Per un turno infrasettimanale in più non sarebbe cascato il mondo”.
Il carattere di Voria – “Il primo anno di giovanili Argilli, responsabile del settore giovanile insieme a Pierangioli, conoscendo il mio carattere mi disse: puoi allenare ma te lo dico subito, appena fai una stupidaggine e ti fai buttare fuori ti caccio. Va bene, nessun problema, risposi io. Alla fine dell’anno gli feci notare che lui aveva preso due di espulsioni, io zero. In panchina la sento meno la tensione, forse perché sono concentrato sugli altri. Rispetto a quando giocavo sono cambiato. Non sono uno che si mette ad urlare. Mi dà solo fastidio quando le panchine avversarie inveiscono contro i nostri giocatori. Cerco anche di non pensare agli arbitri, sbagliano come noi”.
Futuro – “Io ho fatto e mi piace fare il settore giovanile, mi fa star bene. Poi un giorno penserò a fare un salto tra i grandi. Ne ho parlato con la proprietà, c’è la volontà di ripartire col settore giovanile e quando ci sarà l’occasione ne terranno conto. Purtroppo fino a maggio-giugno non si può fare niente, eccetto creare una rete per andare a vedere i ragazzi e un raduno all’anno per fasce d’età. Si dovrebbe ripartire guardando soprattutto al territorio, e penso sia anche giusto. Speriamo che possa essere la volta buona per creare e costruire qualcosa di importante. La parola ‘costruire’ la sento spesso uscire dalla dirigenza. Non sarà facile, riparti nuovamente da zero e devi recuperare credibilità. Prima nominare il Siena aveva la sua forza, adesso invece dopo aver seminato macerie…”. (Giuseppe Ingrosso)
Fonte: Fol