Verso la festa del 27 maggio – Tiribocchi: “Solo una persona ci credeva dall’inizio”

“Se guardi le facce uno a uno di noi giocatori, dici: è impossibile che siamo andati in Serie A”. La frase di Simone Tiribocchi, rilasciata durante la “Notte di Genova”, sul pullman di ritorno a Siena, ben riassume la stagione che lanciò la Robur, per la prima volta, in Serie A. “Partimmo come una banda. Tanti giocatori messi assieme, qualche scommessa come Pinga e Taddei, io che ero al mio secondo anno in B. Iniziammo senza un vero obiettivo, non eravamo certo una squadra che poteva arrivare prima”, racconta al Fedelissimo Online Tiribocchi – oggi voce di Dazn e responsabile delle squadre affiliate al Monza – che vent’anni fa, con 17 gol, guidò i bianconeri verso quell’impresa memorabile.

Simone, fu davvero così imprevisto?

Solo una persona ci credeva dal primo minuto, e alla fine ebbe ragione: Paolo De Luca. Realizzò le magliette della “lucida follia” già all’inizio della stagione. Nei momenti più importanti, col suo ottimismo, ci ha trascinato.

Cosa ricordi di quella stagione?

Tanti ricordi riaffiorano adesso che abbiamo fatto la chat della squadra per l’evento dei Fedelissimi. Quando si vincono quei campionati lì, non da favoriti, vuol dire che ha funzionato il gruppo. Mi ricordo una squadra che si divertiva, giocava, stava bene insieme. Ho conosciuto persone in gamba che mi hanno insegnato tanto, partendo da Mignani fino al mister, una persona incredibile che poi ho ritrovato a Lecce.

Cosa ti ha dato quell’anno per la tua carriera?

Tanto, tantissimo. Ti racconto una cosa. Quando nel ritiro il mister mi disse che numero volevo, chiesi il 32 perché ce l’aveva Vieri. E lui: ti prendi il 9 e quest’anno farai 15 gol. Andò meglio, segnai 17 reti. Ma quell’episodio mi fece capire quello che gli altri vedono in te. Un fattore importante che dà forza e autostima.

Vedendo anche i numeri, fu la tua stagione migliore?

A Lecce feci 19 gol, ma due ai playoff. In A sono arrivato al massimo a 11. Quindi direi che fu una delle migliori. E poi un conto è segnare così tanto con una squadra pronta per vincere, un conto è farlo quando nessuno se l’aspetta.

Quell’impresa lì sarebbe replicabile nel calcio di oggi?

Sì, si può ripetere. Penso di recente anche alla Salernitana. I valori della B ora sono più vicini e chiunque potrebbe andare su.

Cosa fa attualmente Simone Tiribocchi?

Dopo aver smesso da giocatore ho iniziato subito ad allenare, perché mi piace insegnare ai ragazzi. L’ho fatto fino a tre mesi fa. Allenavo gli attaccanti del Monza, poi la società ha deciso di affidarmi il ruolo di responsabile delle affiliate. Sono 62 club, ma ci chiamano in continuazione. Abbiamo parlato anche con una realtà della provincia di Siena. Poi c’è Dazn, nacque tutto all’improvviso. Feci una prova, andò bene e ora sono al quarto anno. È un percorso che mi aiuta tantissimo, mi completa dopo aver visto il calcio da giocatore e poi da allenatore. Ho fatto eventi importanti come la finale della Roma in Conference League a Tirana o il derby di Milano. Sono molto contento, mi piace tantissimo.

A Siena sei più tornato?

Ogni tanto sì. Sono stato in vacanza, ho visto anche un Palio. Adesso è un po’ che manco, per questo mi dispiacerebbe non venire alla festa dei Fedelissimi. Spero di riuscire a liberarmi dagli impegni lavorativi.

(Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fol