Verso la festa del 27 maggio – Rubino: “Squadra e città erano una cosa sola”
“Uno spogliatoio bello unito, compatto, con un mix di giovani e vecchi che si è amalgamato alla perfezione. Lo avranno già detto tutti, ma il segreto è stato davvero quello”. Nella stagione che regalò alla Robur la prima storica promozione in Serie A un contributo fondamentale arrivò anche da Raffaele Rubino, uno degli attaccanti più amati dalla tifoseria bianconera, che al Fedelissimo Online ha ricordato le istantanee più significative di quell’annata indimenticabile.
Tutti concordano sul fatto che la partita con la Sampdoria diede il là alla vittoria finale.
Quella in modo particolare, ma mi ricordo anche tante altre vittorie contro squadre blasonate. La Samp era una diretta concorrente arrivata a quel punto lì, certo che vincere in doppia inferiorità una partita sofferta e combattuta ci ha dato grandissima consapevolezza.
Ti specializzasti nei gol allo scadere.
Sì, ero abituato a fare male negli ultimi minuti. In quella stagione ero tra i meno esperti, ma fui accolto benissimo; c’è voluto del tempo per farmi conoscere e dare il mio contributo ma pian piano tutti si sono accorti delle mie doti. Alla fine sono arrivati anche i gol, per l’appunto sempre allo scadere. Devo dire che mi sono tolto delle grandi soddisfazioni se ripenso alle partite con Napoli e Verona.
Ce n’è uno a cui sei più legato?
Probabilmente il gol del 2-1 che feci a Napoli in mezza sforbiciata, che era il mio primo in Serie B. Conservo ancora a casa un poster molto grande che mi fu regalato.
Tra i tuoi compagni, invece?
Si era creata una grande simbiosi con Tiribocchi, Francesco Carbone, Ardito, Mandelli, un po’ con tutti. Eravamo abituati a stare sempre assieme, soprattutto noi che all’epoca eravamo ancora ragazzotti. Ci tenevano a bada quando si andava fuori (ride, ndr).
Il clima che si respirava in città quell’anno non ha avuto eguali.
La squadra era sempre partecipe nelle contrade, la gente ci voleva bene e ci dava tanta fiducia. Questo ha contribuito a formare una barriera importante.
Quali sono i tuoi ricordi della notte di Genova?
Qualcuno aveva vinto altri campionati, ma per me era il primo. E non c’è campionato più bello da vincere della Serie B. Al fischio finale ho pianto, perché la mia gioia era sproporzionata. Percepivo quanto fosse importante quello che avevamo fatto. In quegli attimi ho visto tanti ragazzi che se la sono goduta perché non pensavano fosse possibile. Poi ricordo la festa negli spogliatoi, le telefonate dei miei genitori e dei miei fratelli. Quando arrivammo alle 3 di notte al “Franchi” c’era il mondo ad aspettarci, in un attimo tornammo a rivivere la stessa emozione provata a fine partita. Fu una nottata magica.
Quest’anno ti abbiamo rivisto svariate volte allo stadio. In una di queste non è passato inosservato un abbraccio molto sentito con mister Papadopulo.
Quando ci siamo visti allo stadio l’ho abbracciato perché per me stato come un padre. Mi ha raccontato delle cose e fatto apprezzamenti che non mi sarei aspettato. In campo era un animale da ring, quando entrava nel rettangolo di gioco e iniziava l’allenamento era un carrarmato. Tutto il gruppo lo sapeva. Abbiamo accontentato lui nelle sue volontà e il gruppo è stato eccezionale ad assecondare questo suo modo di essere.
Avendo avuto modo di seguire la Robur da vicino, ti aspettavi che si ritrovasse in questa situazione?
L’avevo accennato in un’altra intervista e non mi ero sbagliato. L’altalena di risultati era figlia delle difficoltà evidenti di una società che nascondeva o provava a nascondere dei problemi. Nel girone di andata la squadra si stava dimostrando altamente competitiva, poi il mercato di gennaio ha creato non buoni propositi e qualche giocatore importante è andato via. I risultati hanno iniziato a venire meno, la discontinuità si è vista anche nelle partite stesse. Peccato perché c’erano i presupposti per fare un bel campionato. Ora speriamo che tutto si risolva per il meglio.
Tornando ai festeggiamenti del ventennale, sarai presente alla cena organizzata dai Fedelissimi?
Ci sarò sicuramente. Da un lato mi dispiace che probabilmente mancherà Mignani, ma dall’altro sono contento per lui perché quello che sta facendo con il Bari dimostra una volta di più quanto significativo sia stato il suo percorso. Sarà bellissimo comunque ritrovarci tutti quanti, non vedo l’ora.
(Jacopo Fanetti)
Fonte: Fol