Akassou

Verso la festa del 27 maggio – Akassou: “Eravamo una famiglia”

Nella famosa notte di Genova Ghislain Akassou non era presente. “Avrei tanto voluto esserci, ma giocavo con la Nazionale. Ero obbligato dalle leggi Fifa, ci rimasi molto male. Ero sempre in contatto per conoscere il risultato”, dice al Fedelissimo Online l’ex difensore bianconero, in collegamento telefonico dal suo Paese, la Costa d’Avorio.

Arrivasti dalla Pistoiese, nel 2002.

Avevo diverse richieste, scelsi Siena perché era una piazza tranquilla con persone positive.

Nel famoso campionato che cambiò per sempre la storia della Robur giocasti poco, appena dieci presenze.

Andavo spesso in giro a giocare con la Costa d’Avorio, e questo mi fece perdere il posto da titolare. Non era come adesso, i campionati non si sospendevano per gli incontri Fifa. Fu un grosso danno per me, mi ha dato molto fastidio.

Ci sono comunque diversi ricordi positivi.

La cosa più meravigliosa, al di là del campo, era la vita di famiglia che abbiamo avuto. Avevo buoni rapporti con tutti, ma in particolare con Cavallo. E Pinga.

L’anno dopo resti in A ma senza mai giocare.

Sì, rimasi fuori rosa senza motivo. Ma non voglio entrare nei dettagli, di Siena voglio ricordare solo le cose belle, quelle brutte le ho cancellate.

Dopo Siena le tue tappe sono Prato, Latina e Sambenedettese, in serie minori.

Ho sempre amato il calcio italiano sin da quando ero piccolo, il mio sogno era andare in Serie A. Però poi ho vissuto cose incredibili: stipendi non pagati, i problemi del calcioscommesse. Temi che mi hanno distrutto mentalmente. Avevo perso la voglia di giocare, per questo ho smesso così presto.

Di cosa ti occupi attualmente?

Di progetti di sviluppo del calcio ivoriano e africano in generale. Sto preparando e ultimando un grande progetto per una cooperativa di calciatori africani. Lavoro con il team di Didier Drogba, che di recente ha perso le elezioni per la presidenza della Federazione ivoriana di calcio. Collaboriamo anche con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un progetto di sport e salute.

Ti è mai capitato di tornare a Siena?

Sono tornato spesso, per incontrare diversi amici. L’Italia è la mia seconda patria. Il 27 maggio credo di esserci. Ho diversi impegni professionali ma troverò il tempo. Mi dispiacerebbe troppo non partecipare a una festa che ricorda uno dei momenti più belli della mia carriera.

(Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fol