Vai Giannetti, riprenditi la Serie A
Per un tifoso è molto facile affezionarsi, ma personalmente non sono mai rimasto legato in modo particolare ad un giocatore perché consapevole che prima o poi l’avventura con la nostra maglia è destinata ad interrompersi, volente o nolente. Ma per uno in particolare l’eccezione l’ho fatta.
Sì, perché Niccolò Giannetti non è un calciatore qualunque. Perché vedere un senese che combatte con e per la maglia bianconera è una cosa unica. In quei sei mesi in cui hai vestito il bianconero hai dimostrato attaccamento come nessun altro avesse mai fatto prima. Sono stati sei mesi brevi ma intensi, in cui hai regalato emozioni indescrivibili. Il primo gol in maglia bianconera sotto la Robur contro il Bari, la zampata all’ultimo secondo contro il Trapani, le magie di Firenze, dove hai fatto sognare una città intera, e poi il capolavoro contro il Palermo, il gesto tecnico più emozionante per me da quando vado allo stadio. Ma ricordo nitidamente anche gli altri, apparentemente di tono minore. La girata con lo Spezia, il tap-in di Castellammare e i colpi di testa con Cittadella e Ternana.
Immagini che mi tornano in mente a occhi chiusi, senza doverci nemmeno pensare. E limitarsi solo alle reti sarebbe riduttivo, perché quello che mettevi in campo e che riuscivi a trasmettere ogni volta valeva molto di più. Senza dimenticare il gesto più grande, quello fuori dal campo. Il rinnovo del contratto e il sacrificio per la nostra causa nel tentativo di salvare una situazione disperata. Quello che hai fatto per la tua gente è indelebile e sotto gli occhi di tutti.
Per questo una volta arrivata l’ufficialità del tuo passaggio al Livorno mi sarei aspettato solo incitamenti e sostegno nei tuoi confronti e auguri di poter tornare a segnare e rimetterti in discussione. Invece mi sono dovuto ricredere. Ho letto commenti squallidi, deplorevoli, ai limiti dell’imbarazzante. Trattato alla stregua di uno qualunque, ti hanno affibbiato la parola mercenario con una leggerezza da brividi, come se il passaggio ai rivali labronici bastasse a giustificare delle simili parole. Gli stessi che magari fino all’altro ieri idolatravano qualcuno che professava chissà che attaccamento e che alla prima occasione ha preferito cambiare aria. Coerenza questa sconosciuta. E non mi stupirebbe sapere che ne sei rimasto molto deluso e amareggiato, perché consapevole che certe cattiverie gratuite proprio non te le meritavi. Sono convinto però che la maggior parte dei tifosi bianconeri non ha dimenticato quanto fatto da te e che se in futuro ci dovessimo incontrare nuovamente da avversari ti sarebbero riservati solo applausi, come giusto che sia.
Adesso si apre un nuovo capitolo della tua carriera e il mio augurio è quello di vederti tornare a segnare e far bene, e magari riprenderti quella Serie A che eri riuscito a raggiungere con tanto impegno. A prescindere dalla maglia che indossi. Noi ti guarderemo interessati, e fino a che ce ne sarà la possibilità spereremo di smetterla di augurarci il meglio vicendevolmente sognando di vederti tornare a soffrire e gioire insieme a noi per i colori bianconeri. Un giorno, quando la gratitudine sarà tornata di casa anche a Siena. (Jacopo Fanetti)
Fonte: Fol