UNA BELLA STORIA DI SOLIDARIETA ED AMICIZIA
Niccolò, prima liceo scientifico, ha un dono naturale: fa le cronache delle partite come un vero giornalista sportivo. Lha sempre fatto fin da quando era piccolo. Ora questa passione la usa per Federico, un ragazzo non vedente
Il buio di Federico, non vedente dalla nascita, è stato squarciato da una luce che ha il volto e la voce di Niccolò, 14 anni. Una storia di altri tempi che inizia e continua ai bordi del campo dove il Siena, la loro squadra del cuore, gioca e si allena. E una domenica del 2006 e quel giorno la Robur deve affrontare la Fiorentina. Federico siede casualmente vicino a Niccolò. Tra i due qualche chiacchera sui giocatori e sugli avversari del momento.
La differenza di età Federico è più grande di 10 anni non è un ostacolo perché quando si parla di calcio non ci sono età. «Quando iniziò la partita semplicemente cominciai a raccontarla a Federico. Gli spiegavo racconta ladolescente fin nei minimi particolari le azioni di gioco, perché larbitro aveva fischiato, e così fino alla fine dei novanta minuti. Lui fu molto soddisfatto e da allora tutte le volte che il Siena gioca in casa noi siamo luno accanto allaltro. In attesa del fischio di inizio o durante lintervallo ci raccontiamo le cose accadute a ciascuno di noi durante la settimana. Io gli dico della scuola e lui parla del suo lavoro allUnione ciechi». Fino a quel momento Federico aveva avuto suo padre a raccontargli gli incontri (non solo di calcio, ma anche di basket), ma, come dice lui stesso, «con Niccolò è tutta unaltra cosa, è bravissimo».
Niccolò, prima liceo scientifico, ha un dono naturale: fa le cronache delle partite come un vero giornalista sportivo. Lha sempre fatto fin da quando era piccolo. Prima con i suoi coetanei quando levava laudio alla tv e iniziava a descrivere lincontro, mentre un suo amico sempre per gioco faceva il commentatore. Ora questa passione la usa per Federico, un ragazzo in gamba con una grande famiglia alle spalle che lo aiuta a praticare vari sport quale lippica e il nuoto.
«La prima volta continua Niccolò che ho raccontato la partita a Federico ero un po emozionato, ma è durato poco perché era così tanto il suo entusiasmo che nel giro di pochi minuti mi ha coinvolto. Da quel giorno ogni volta che il Siena gioca al Franchi io faccio il telecronista. Mi diverto». Il padre del ragazzino, accanto a lui, conferma che suo figlio è un timido, ma è anche generoso e davanti a una partita si trasforma. «Sì gioco a pallone nel Monteriggioni prosegue Niccolò ma da grande non voglio fare il calciatore, bensì il giornalista sportivo. E il mio sogno e spero di riuscirci».
Quando gli facciamo notare che la sua amicizia con Federico è veramente una bella notizia, il ragazzino ci guarda sorpreso e risponde: «Per me è una cosa naturale. Sono tre anni che noi due siamo insieme ai bordi del Franchi. Per noi è normale». Insomma come dire, ma dovè la notizia in tutto questo? Eccome se cè. In un mondo, come quello dello sport, dove troppo spesso la violenza arriva per prima sulle cronache, trovare sulle gradinate di un campo sportivo un quattordicenne e un giovane di 24 anni che sono andati oltre la barriera del buio fa veramente bene al cuore.
Cecilia Marzotti
Fonte: La Nazione