Un comunicato che si commenta da solo

Come spesso succede, per non dire sempre, quando si creano momenti di tensione in uno stadio, le versioni delle parti in causa sono diverse e in contrasto tra loro. E’ successo anche domenica con il Signa che non ha perso tempo ad assumere il ruolo di vittima con un comunicato a tappe di cui riportiamo solo uno stralcio:

“Purtroppo domenica i sostenitori del Signa tra cui donne, nonni e bambini, sono stati oggetto di offese verbali e fisiche talmente gravi da non permettere l’uscita dagli spalti se non dopo ore e scortati, macchina per macchina, dalle forze dell’ordine. Stessa sorte è toccata ai nostri tesserati. Solo grazie al pronto ed efficace lavoro delle forze dell’ordine si è probabilmente evitato il peggio. Il Signa Calcio intende esprimere con forza il proprio rammarico e disappunto per quanto accaduto. Purtroppo episodi del genere non dovrebbero mai accadere nei campi di calcio”.

In certi casi, e questo è uno di quelli, si cerca solo di portare la ragione dalla propria parte, dimenticando volutamente, i motivi che hanno portato alla reazione, per altro controllata, dei tifosi bianconeri. Tante, troppe, le provocazioni messe in atto dal manipolo di tifosi gialloblù e da qualche tesserato, sia durante la partita, che alla fine, con gesti e parole che avevano come unico scopo quello di offendere i bianconeri, in campo e in tribuna. Un atteggiamento incomprensibile mai tenuto dalle altre tifoserie giunte alle Badesse e che nemmeno i tifosi bianconeri hanno tenuto in tutte le trasferte effettuate tant’è che mai si sono verificati scambi verbali e tantomeno fisici. E questo è un dato di fatto inconfutabile. Non intendiamo più concedere tempo e spazio a chi “..intende esprimere con forza il proprio rammarico e disappunto per quanto accaduto….”, non ne vale la pena, ma rimane il fatto di una ricostruzione non veritiera che non fa onore a chi si professa paladino del fairplay. (Nicnat)

Fonte: FOL