UN ATTO DI CORAGGIO
L’estate del 1970 e’ calda da tutti i punti di vista. Il sindaco Barzanti si ritrova investito di un compito cui avrebbe rinunciato volentieri: riuscire a far sopravvivere il Siena. Il primo cittadino e’ molto bravo e ce la mette tutta ma tutti i suoi sforzi vanno a vuoto. Il giorno della presentazione della squadra, a disposizione del confermato mister Mannucci ci sono solo 8 giocatori “veri”, cui si aggiungono 5 ragazzi del settore giovanile per arrivare ad una rosa di 13 elementi… Il ritiro si fa allo Stadio e l’ossigenazione in Fortezza! E quando inizia il campionato le cose si mettono subito male. A far tirare un sospiro di sollievo ai tifosi ci pensano a novembre Beneforti, Ceccuzzi, Mascagni e Tambani che, sensibili piu’ di altri alle sorti della Robur, costituiscono un Comitato di Gestione e rivitalizzano un po’ le casse sociali. Si tratta di un ingresso determinante, non solo per il campionato in corso ma per tutti il prosieguo della vita dell’A.C. Siena. Al mercato novembrino arrivano in bianconero Flaborea e Manfredini. I tifosi bianconeri, dai quali nascera’ il nostro Club, organizzano il “Gala’ Bianconero” e racimolano un altro po’ di quattrini per le esangui casse del Siena. Il girone di ritorno viene disputato senza eccessivi patemi e si riesce ad archiviare anche questa difficilissima annata. Il 5 giugno 1971 abbiamo finalmente un nuovo presidente nella persona di Vittorio Beneforti, senese, analista, lupaiolo ed ex medico sociale della squadra. Mascagno Mascagni e’ il suo vice ed il quadrumvirato della precedente stagione non solo resta unito ma addirittura si allarga. Il mister Mannucci, di nuovo confermato per l’ottimo lavoro svolto, puo’ contare su un organico molto piu’ competitivo della precedente stagione. Arriva il bomber Forte, Tosolini e a novembre Emilio Ferranti. La squadra gioca bene e vince. Se Pistoiese e Montevarchi si contendono il primo posto, noi siamo subito dietro ad insidiarli. Le passioni in citta’ si riaccendono. Alla ventesima giornata c’e’ il derbissimo con la capolista Montevarchi. Il Rastrello e’ pieno all’inverosimile (8.000 presenze!) e si puo’ a stento immaginare il boato quando a meta’ del secondo tempo Ferranti spara un bolide che si insacca alle spalle di Negrisolo! Dopo tanti anni il Siena e’ di nuovo primo, giocatori e spettatori si abbracciano, Mannucci viene portato in trionfo. Ma il sogno dura poco. La domenica successiva i nostri subiscono un secco 0-2 a Pietrasanta e si rompe qualcosa. Il Siena non gioca piu’ come prima e ben presto abbandona le speranze di promozione. Mannucci, dopo tanti anni sulla nostra panca, toglie il disturbo e viene sostituito da Silvano Grassi. Con lui arriva il big Ereditieri, ex Genoa e Pistoiese, a costituire un tridente offensivo da favola. Il Siena e’ il grande favorito del torneo ma i risultati del campo sono diversi. Ce la giochiamo per un po’ con il Grosseto ma alla fine sono i torelli a vincere il campionato. Il presidente Beneforti conferma il mister Grassi ed assume Gilardetti come nuovo D.S., dandogli l’incarico di costruire una squadra per la promozione. Negrisolo, Notari, Iliani e Colafrancesco vestono la maglia bianconera e all’inizio del campionato il Siena e’ fra le squadre piu’ accreditate. Tutto fila liscio fino alla settima giornata, quando perdiamo in un sol colpo partita e bomber: Giampiero Forte, innervosito dalla conduzione di gara del sig. Piloti di Catania, lo stende con un preciso diretto alla tempia! La sentenza del Giudice Sportivo e’ la squalifica a vita. La squadra perde un elemento prezioso e nella societa’ comincia a serpeggiare il nervosismo. Si comincia a mettere in discussione il mister Grassi che, del tutto inaspettatamente, viene esonerato nel giorno della Befana. E’ una sorte di golpe attuato dalla societa’, che incrina anche il rapporto con i tifosi. Viene “riciclato” Monguzzi, allenatore delle giovanili, che non riesce a riportare serenita’ ed equilibrio nella squadra. Il Siena rimane ancora in IV serie, a vantaggio della Sangiovannese che vola in C. Per il campionato 1973-74 la Societa’ opera una vera rivoluzione dei quadri tecnici. Gilardetti vende e compra come fosse al Mercante in Fiera, ma quando porta a Siena come allenatore Franco Carradori, spacciandolo per il non plus ultra , molti non la ingollano. Fra questi Mascagni che si dimette da vicepresidente. Arrivano Pazzaglia, Negrisolo, Giovanardi, Del Moro, Crigioni, Noccioli, Jesari, Rambotti e Salvemini. L’organico non e’ niente male ma Carradori non riesce a trovare una formazione-tipo. Intanto la Pistoiese vola ed il malumore in casa senese monta sempre piu’. Beneforti e’ costretto ad esonerare il mister, sostituendolo ancora col “vecchio” Monguzzi. Il girone di ritorno e’ piu’ che buono, ma e’ la Pistoiese ad essere promossa. La tentazione di confermare Monguzzi e’ forte, visto il suo buon lavoro ma e’ proprio lui a far capire di non essere entusiasta dell’idea. Rispunta quindi il nome di Ettore Mannucci, gradito ai piu’ per via dell’ottimo campionato 1971-72. L’ossatura della squadra e’ quella dell’anno precedente, sapientemente irrobustita da Gilardetti con Colombi, Simoni e De Filippis. Il campionato comincia all’insegna della media inglese, si vince in casa e si pareggia fuori. Ma soprattutto il Siena gioca veramente bene, con Giovanardi vero faro illuminante in mezzo al campo, e ben presto siamo primi in classifica. Tengono il passo solo Carrarese e Quarrata, che pero’ quando arrivano al Rastrello subiscono rispettivamente 3 e 5 reti! A cavallo fra la fine del girone d’andata e l’inizio del ritorno, l’undici bianconero ammazza il campionando inanellando una serie di 8 (otto!!) vittorie di fila! Sotto i colpi di Pazzaglia e Ferranti crollano il Prato, la Rondinella, il Poggibonsi, la Sarzanese e tutte le altre. La difesa e’ di ferro, il centrocampo di fosforo e l’attacco all’uranio! Ettore Mannucci ha costruito una squadra-spettacolo che nonno Salvemini dirige sul campo. Il 2 maggio 1976 Pazzaglia gonfia la rete del Viareggio. E’ il successo che da’ la matematica certezza della promozione! Lo stadio esplode, in tanti non trattengono le lacrime. Al fischio finale non meno di 1.000 persone invadono il campo per portare in trionfo i nostri eroi. Il dottor Beneforti ha vinto la sua battaglia, cominciata sei anni prima quando il Siena rischiava di morire. A lui va la riconoscenza di tutti i tifosi e gli sportivi senesi