Tra passaggi di proprietà, restituzione di chiavi e ipotesi
Prima Mezzaroma che dichiara di cedere la Robur, poi il sindaco Valentini che ribadisce l’esistenza di trattative per un cambio di proprietà. Sono questi giorni o settimane importanti per il futuro e il destino della Robur. Da voci che giravano in città nel fine settimana di possibili dimissioni di Mezzaroma, si è passati alle dichiarazioni ufficiali del presidente bianconeri dove esprime la sua volontà ad ascoltare ogni proposta. Proposta che, stando a quanto detto dal sindaco, sarebbe già arrivata con le parti che starebbero trattando.
Nel frattempo si è vociferato sempre di una possibilità che “Mezzaroma porti le chiavi del Siena al sindaco”. Un atto importante, che starebbe a significare l’abbandono della società da parte dell’attuale presidente. Ma la realtà dice che ciò non è possibile: l’Ac Siena è una società per azioni e ad oggi il massimo azionista è Massimo Mezzaroma che, anche qualora facesse il gesto suddetto, resterebbe comunque il responsabile legale della società e di ogni situazione che potrebbe avvenire. Il “riportare le chiavi” sarebbe quindi solo un gesto simbolico, che non cambierebbe la situazione. A meno che “le chiavi” non passino di mano.
Il passaggio di proprietà sembrerebbe essere la soluzione auspicata da istituzioni e Banca, ma per cedere, come vuole la legge del mercato, ci vuole chi acquista. Si sono fatte voci su possibili acquirenti, ma resta da capire se essi sono realmente interessati al Siena o, al contrario, se è stato a loro proposto il Siena (casomai anche in operazioni più ampie) e si attendono risposte in merito.
In questa trattativa un ruolo fondamentale lo deve rivestire la Banca. Per tanti motivi, primo fra tutti, il fatto che le azioni attuali del Siena sono in pegno ad essa, ed ogni movimento deve necessariamente essere approvato da Mps. Inoltre, il problema maggiore che blocca ogni possibile cambio al vertice della Robur è l’enorme debito con la Banca che frena ogni possibile interesse. L’idea sarebbe quella di una ristrutturazione di esso: con tassi e rate fisse, distribuite nel tempo e senza dover, come succede adesso, pagare interessi passivi mensili sul debito attuale.
Fonte: Fedelissimo Online