Tra la Samp e l’Udinese

Ci eravamo allarmati perchè alla fine del mercato, frugate tutte le bancarelle, non si era trovato un prodotto che potesse sostituire la nostra punta di diamante, Mattia Destro. Floccari o Gilardino potevano andare ma costavano troppo, Guidetti è stato ritirato dalla vendita nel momento clou dell'acquisto, Toni era un usato non sicuro, Bentdner intrigava ma una vecchia signora ce lo ha soffiato all'ultimo. La scelta è caduta allora su Ze Eduardo, anche se il nome in cima alla (corta) lista della spesa era "prima punta".  Ma Ze Love, un ragazzetto tinto di rosso che ha rifiutato un trasferimento al Milan, non si è lasciato trasportare dalla pressione di un "quasi derby" e ha sfoggiato una buona forma fisica. Il suo partner, Calaiò, ha mostrato dei miglioramenti nonostante il suo costante abbonamento al fuorigioco. Si è integrato bene Rosina, che potrà dare qualità in avanti. Aspettando con curiosità la novità Campos Toro, in verità più esterno di centrocampo che attaccante.

Avevamo delle perplessità anche in difesa, perchè dopo una vita il Siena ha abbandonato il canonico 4-4-2 e perchè dei tre centrali solo uno aveva giocato, e poco, l'anno scorso. E invece Neto e Filipe, espulsione a parte, hanno alzato il muro bianconero nel primo tempo tamponato le incursioni di Eder e Estigarribia e confermando ciò che avevano fatto col Torino. La differenza, semmai, la fa il fatto che in avanti non c'era Bianchi ma Maxi Lopez, che ha nel primo nome l'aggettivo più adatto per descrive "la galina de oro".

Morale: la chiave per la lettura di Samp-Siena non si trova nelle due aree di rigore, ma in mezzo al campo. Sulla carta il modulo aiutava la Robur (5 contro 3), ma questo vantaggio non si è mai concretizzato. Per tutto il primo tempo Sestu e Del Grosso, pressati dagli esterni blucerchiati, sono stati costretti a scalare nella linea difensiva scordandosi di aggredire. E allora, ad armi pari, la differenza l'hanno fatta i centrocampisti. Maresca, che a Genova sembra giocarci da una vita, ha superato nettamente D'Agostino, tornato quello svogliato e presuntuoso di qualche mese fa. Anche Vergassola inizia comprensibilmente a perdere colpi. Nonostante il sesto sigillo in carriera contro la sua ex squadra, è arrivato sempre in ritardo sui palloni (a esclusione del tap-in su rigore). Il suo diretto concorrente, Andrea Poli, tredici primavere in meno e un futuro che brilla di splendore, ha gli stessi anni di quando Simone giocava a Marassi, poco prima di diventar capitano. L'altro ragazzino compagno di reparto, Pedro Obiang, è un classe '92 di origini africane, che unisce muscoli e reattività nella fase di interdizione con piedi e intelligenza tattica quando c'è da impostare. Ha origini africane ma è nato in Spagna, e lì di visione di gioco ne sanno qualcosa. Anche lui vince il duello con Mannini, spaesato in un ruolo non suo e in involuzione rispetto all'esordio col Toro.

C'è un dato che preoccupa. La mediana del Siena schierata a Genova aveva un'età complessiva di 95 anni. Quella della Samp 75, venti in meno. Certo, nel secondo tempo insieme a Valiani è entrato Verre e le candeline complessive sono scese, ma non è cambiato molto. Verre è un talento, non si discute, ma è da poco maggiorenne e prima di diventare il "nuovo Hamsik", di strada ne deve fare. Il centrocampo, punto di forza nel pre-campionato, adesso è il reparto più in emergenza. Reginaldo è ai margini dopo l'esperienza giapponese, Coppola e Angelo non danno sufficienti garanzie. Delle buone notizie, però, ci sono. Bolzoni è parzialmente reintegrato e può essere il primo vero acquisto di questa stagione. L'altro, Ribair Rodriguez, rappresenta lo spaccamontagne perfetto nella linea a 3 di centrocampo. Da i video su you tube sembra avere un pò di Mudingayi e un pò Guarin. Se si conferma come con la maglia del Belgrano, i tifosi bianconeri potranno sorridere.

Recuperare la migliore forma, assimilare al meglio le idee di Cosmi e far integrare i nuovi arrivi: queste al momento le priorità del Siena. Essenziale, per questo, sarà la sosta di campionato. C'è chi dice che forse sarebbe stato meglio affrontare ora l'Udinese in crisi di gioco e risultati. Ma anche la Robur si trova nella stessa situazione. E una settimana di tempo in più per accogliere i vari Campos, Martinez, Rodriguez, nei quali confidiamo molto, di certo non fa male.

Una volta finita la pausa, bisognerà subito ripartire per azzerare quel meno in classifica che a livello psicologico pesa come un macigno. Perchè va bene che anche l'anno scorso si incominciò con un pari e una sconfitta, ma adesso siamo ultimi e dopo due giornate la squadra che ci ha battuto, fino a qualche giorno fa nostra diretta concorrente per la salvezza, ci è già sopra di dieci punti. (Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fedelissimo Online