Totò De Falco: La Robur è una delle squadre più accreditate per la promozione.
Non è un momento facile per il suo Piacenza ma Franco “Totò” De Falco, direttore sportivo dell’ultima “vittima” della Robur, guarda al futuro con grande fiducia.
Il Siena apre la classifica e il Piacenza la chiude, è giusto così?
“Il Siena è di un altro pianeta, una squadra forte in tutti reparti, guidata da un grande tecnico, con un direttore sportivo tra i migliori in Italia e con una rosa di primissimo piano. Il Piacenza non può certamente porsi sullo stesso piano, ma non meritiamo l’ultimo posto in classifica. E’ un periodo che non ci dice bene, ma presto sono sicuro che rialzeremo la testa.”
Un giudizio sul campionato di serie B
“Mi ripeterei se dicessi che è un campionato duro, aperto ad ogni epilogo fino all’ultima giornata, ma vorrei aggiungere che il suo fascino deriva proprio da queste caratteristiche.”
Sbaglio se affermo che i valori tecnici si sono abbassati?
“No, non sbagli, ma questo è un problema che investe tutto il calcio italiano, non solo la serie B.”
La Robur e De Falco, è stato vero amore?
“Un grande amore, ricambiato e che non ho dimenticato. Quando arrivai a Siena sentii intorno a me una certa diffidenza che non riuscivo a capire. Venivo da buoni campionati con la maglia della Triestina e non riuscivo a capire la prudenza con cui fu salutato il mio arrivo nella città del Palio.
Fu un tifoso, Barblan, che mi spiegò che purtroppo gli ultimi “nomi” che erano arrivati a Siena si erano comportati da, diciamo, pensionati senza portare quel contributo che i tifosi si aspettavano.
Fortunatamente fui apprezzato fin dalle mie prime uscite e da li scoppiò una stima reciproca che ancora dura.”
Nei tuoi ricordi, quindi, dopo Trieste c’è subito Siena….
“Guarda, te lo dico sinceramente, facendo una serie di considerazioni Siena mi ha dato più di Trieste. Nella città giuliana segnavo goal a raffica e la grande riconoscenza dei tifosi era quasi scontata, a Siena ho segnato senza raggiungere le cifre del periodo triestino ed ho ricevuto lo stesso affetto. E’ stato bellissimo soprattutto perché ho capito che è stato apprezzato l’uomo oltre che il calciatore.”
Ricordi di particolari quel periodo senese?
“Tanti e tutti belli. Eravamo una famiglia e non ricorro ad una frase fatta, è la verità. Ci univa una grande amicizia, squadra, società e tifosi eravamo una sola cosa, sono stato bene, molto bene e con me la mia famiglia. Ti ripeto, il periodo in bianconero non lo dimenticherò mai”
Fai il mago, leggi il futuro….
“Non faccio il mago, vedo i valori e in base a questi ti dico che il Siena è la più seria pretendente per ritornare subito in serie A e che il mio Piacenza si salverà. Sulle altre non mi pronuncio. Vorrei salutare tutti tifosi della Robur, i Fedelissimi che raggiungono il traguardo dei 40 anni e tutti coloro che mi hanno permesso di vivere due stagioni di grande serenità e soddisfazioni professionali. Grazie Siena” (Nicnat)
Fonte: Fedelissimo Online