Tamponi, sceriffi e voglia di libertà
Combatteremo? E’ necessità, et non si può far di manco. Sì, voglio cominciare il mio spazio con voi amici e amiche con questa frase, che è in realtà un botta e risposta vecchio di centinaia e centinaia di anni. E’ il 1571 e nel Golfo di Patrasso il ventiquattrenne Giovanni d’Austria a bordo di un’agile fregata interroga il sessantacinquenne Sebastiano Venier, capitano generale della Repubblica di Venezia, che si trova sopra la propria Galea. L’anziano condottiero gli risponde confermando quello che accadrà di lì a poco, ossia la famosa battaglia di Lepanto, il cui esito felice ci ha regalato quello che siamo oggi, ossia un popolo almeno in apparenza libero.
La parola combattere però sta bene in tantissime frasi e può avere svariate interpretazioni. ‘Combatte’, e qui sono doverose le virgolette, la nostra Robur sul campo, nella speranza che possa farlo tra poche ore (sto scrivendo nella notte tra venerdì e sabato, quello che succede dopo ovviamente non lo so) e non arrivi l’ennesimo rinvio all’ultimo tuffo per il solito positivo dell’ultima ora. Combattiamo, e qui le virgolette vanno assolutamente tolte, noi ogni giorno, per i nostri ideali, per la libertà, per qualsiasi cosa che riteniamo giusta e meritevole della nostra massima dedizione alla causa. Combattiamo o almeno dovremmo farlo, perché io in giro vedo tanta rassegnazione e una palpabile paura.
Siamo sempre più calati in una realtà fatta di sceriffi, pronti a redarguirti se abbassi di un centimetro la mascherina, che odiano i giovani che osano anche solo parlare per strada, che vorrebbero punirti magari con trenta frustate perché hai fatto qualsiasi cosa che a loro avviso è incauta o pericolosa. Magari adesso saranno lì a dare la colpa a questo o a quello per il cambio di colore della Regione o peggio ancora ad esultare perché la Toscana sta per diventare zona rossa (giallo-rosso in cinque giorni, record fantozziano inavvicinabile, ma questa è un’altra storia) e tutti dovranno stare a casa, tanto a quelli col culo al caldo lo stipendio arriva e degli altri chi c… se ne frega. Attenti tesori perché le certezze svaniscono leste ai nostri tempi. La pandemia c’è, il virus circola è fa danni, ma la verità è che tanti stanno diventando sempre più cattivi al punto di detestare il prossimo e incolparlo se i numeri crescono.
Nel lontano 1991 il grande Luciano Ligabue scriveva la canzone ‘Anime in plexiglass’, dove parlava di vigilantes e che ‘sgarrare non si può’ per arrivare al ritornello ‘E’ dura stare al mondo nel 2123’. Ebbene andate a recuperarla quella canzone, ascoltatela e vedete se non trovate similitudini non con il 2123 citato dal ‘Liga’ nazionale, ma con l’attuale e disgraziato 2020. Ragazzi, ve lo ripeto, per vivere oggi ci vuole coraggio e un pizzico di audacia. Rispetto per l’altro e per le sue convinzioni ma anche voglia di vivere, essere liberi e muovere sempre un passo verso la direzione che per te è giusta ma che magari ti farà detestare da pavidi e odiatori. Per essere chiari, quando ho la mia mascherina e sono da solo a distanza di sicurezza da qualsiasi altro umano non devo rendere conto a nessuno. Rispetto la vostra paura, ma voi rispettate la mia libertà.
Tornando a quella ‘sfera che rotola’ ho notato che in Cina i tifosi se ne stanno tutti ammassati e senza mascherina. Invidia? Un po’. Rabbia? Per niente. Quelle immagini mi fanno sperare che tra qualche mese anche il vecchio Rastrello possa tornare con i sostenitori bianconeri sugli spalti. Pronti ad esultare ed abbracciarsi oppure disperarsi (speriamo il meno possibile). Una scena che oggi sembra impossibile anche da immaginare e il cui solo pensiero allo sceriffo di cui parlavamo prima provocherà un’immediata eruzione cutanea da stress. Cari ragazzi incattiviti il mondo ripartirà come è sempre ripartito è solo una questione di tempo e quando succederà se non tornerete buoni allora non vivrete bene. Provate a rilassarvi fin da ora, prendendo una specie di rincorsa. Altrimenti i mesi persi ad odiare saranno ancora più dolorosi oltre che irrecuperabili. Combatteremo? Rispettando tutto e tutti, ma assolutamente sì. (Paolo Brogi)
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Fonte: FOL