Stadio pubblico o privato?
Manca l’approvazione della Camera dei Deputati, ma la nuova legge sugli stadi italiani, di proprietà delle singole società di calcio, sembra ormai in dirittura d’arrivo. Due giorni fa l’approvazione (unanime) in Commissione cultura del Senato, passo decisivo per l’approvazione definitiva. Una norma che, tra le altre cose, potrebbe interessare anche il Siena. La normativa La normativa prevede che il Credito sportivo conceda finanziamenti super agevolati, lo Stato verserà subito nel fondo venti milioni di euro. Oltre a questo nella legge si fa riferimento alla possibilità, da parte dei club, di avere autorizzazioni dai comuni in tempi brevi. Secondo quanto emerso dal dibattito parlamentare, si parla anche di possibilità, da parte degli stessi comuni, di cedere o dare in gestione gli attuali impianti. Il punto A Siena la situazione è comunque diversa, rispetto a realtà come quella dell’Inter (che deve dar vita al progetto) o della Juventus, già vicina alla conclusione dei lavori per il nuovo impianto di proprietà. Nella città del Palio attualmente si è in stallo: fermo restando l’iter per lo spostamento dello stadio, già approvato a suo tempo dal consiglio comunale, si cercano le risorse necessarie. La Legge finanziaria ha infatti obbligato le amministrazioni comunali a fissare un tetto massimo per i lavori pubblici, al di là della possibilità (o meno) di spesa degli stessi enti. Un intervento come lo stadio a Isola d’Arbia (con una spesa di almeno sessanta milioni di euro totali) non può che rientrare in questo tetto e obbliga, dunque, il Comune di Siena a “spalmare” in più anni l’intervento stesso. La soluzione che Siena e Comune stanno cercando di trovare è quella di reperire un partner privato che affianchi l’amministrazione nella costruzione del nuovo impianto a Isola d’Arbia. Lo stesso presidente Giovanni Lombardi Stronati, a fine stagione scorsa, ribadì il concetto di proseguire su questa strada. Benefici? In questo contesto pare difficile che il Siena riesca ad usufruire dei benefici di legge contenuti nella nuova norma. Le legge parla infatti di impianti di proprietà delle società, a Siena si è invece sempre parlato di stadio come “bene pubblico”, cioè di una struttura che rimanesse sempre a disposizione dell’intera città e non fosse, in qualche modo, patrimonio esclusivo della società di calcio. Dibattito Si potrebbe semmai riaprire il dibattito su questo aspetto: stadio pubblico, di proprietà dell’amministrazione comunale, o stadio privato, di proprietà del Siena calcio? Questa seconda ipotesi potrebbe consentire di usufruire dei benefici di legge, ma, per la verità, l’iter burocratico per la costruzione del nuovo stadio (pubblico) è già molto avanti. A meno di non far emergere un escamotage per il quale il Siena possa diventare il partner privato di cui sopra e, magari, accedere al credito sportivo agevolato (Alessandro Lorenzini)
Fonte: Il Corriere di Siena