SIENA-LAZIO: LE PAGELLE di Giovanni Pellicci
Squadra 6,5: più che lezioni tattiche serve il lettino dello psicanalista per scacciare paure e timori che bloccano prima la testa e poi le gambe. Gli antibiotici ci mettono un po’ a fare effetto ma col passare dei minuti si risvegliano energie, determinazione e voglia di giocare a calcio. Ha mostrato anche di credere nella vittoria e il pareggio è il segnale che la rotta può essere invertita. I timidi applausi finali devono servire a fare ancora di più e portare la nave in porto.
Curci 6,5: poco impegnato fino alla parata salva risultato su Zarate. E’ decisivo per il primo punto dell’era Baroni.
Terzi 5,5: si sveglia che la Lazio è già sullo 0-1. Mauri, autore del gol del vantaggio, proprio non lo ha visto. Fino a gennaio tocca accontentarsi.
Ficagna 6: lavora bene sulle palle alte, annullando Cruz. Cresce in sicurezza e in affiatamento con i compagni di difesa.
Brandao 6: contiene discretamente il “fumo” di Zarate. L’argentino gli sfugge una volta e poteva essere letale. Lo salva Curci
Del Grosso 6: Foggia è un brutto cliente e al primo cross è letale. Ma ha il merito di saper reagire e provare a mettere in difficoltà il suo avversario, a cui prende le misure nel corso del match.
Reginaldo 6,5: finalmente il Siena ha un’ala destra. Nel bene (spinta costante, discreti cross, tiri) e male (minore copertura in fase di ripiego) il brasiliano dà un senso al suo arrivo e pone grandi interrogativi sullo scarsissimo utilizzo deciso da Giampaolo fin qua. Ottimo avvio nella ripresa quando prova la conclusione con una certa continuità per poi pagare in stanchezza (dal 28′ st Jarolim 6 si piazza in mezzo a dare una mano senza particolari sussulti).
Codrea 6,5: con Baronio è un sfida di fioretto, ma rispetto al laziale dimostra di saper usare anche la sciabola aiutando soprattutto Del Grosso in copertura. Liberato dai compiti di costruzione dà forse il meglio di sé (dal 47′ st Larrondo con Baroni avremo sicuramente modo di capire il suo valore sul palcoscenico della serie A).
Ekdal 6: non è proprio un incontrista ma si tira su le maniche e dà il suo contributo alla causa. Le sue qualità emergono soprattutto quando si sgancia e cerca l’incursione (dal 35′ st Calaiò sv diventa l’ultimo terminale dell’attacco ma non ha occasioni degne di nota per rendersi pericoloso).
Ghezzal 6: gioca molto largo sulla sinistra, dimostrando di non avere le stesse caratteristiche di ala di Reginaldo. Si sacrifica maggiormente in copertura ma mostra limiti quando è chiamato a dare avvio alla fase di spinta. Meglio quando passa a destra e al primo tentativo colpisce il palo con una conclusione deviata. Va premiata la sua grande generosità.
Jajalo 5,5: meno appariscente delle ultime uscite, spreca malamente una buona occasione dalla distanza e commette tanti altri piccoli quanto importanti errori. E’ comunque da sostenere ed incoraggiare: le qualità le ha tutte.
Maccarone 7: suona la sveglia dopo 30′ di buio con un’azione personale finalizzata con un diagonale rabbioso. Ci riprova nella ripresa con un gran diagonale. In alcuni frangenti sembra poco assistito dai compagni. E’ soprattutto lui che deve caricarsi la squadra sulle spalle. Sembra avere la forma e la voglia per assumersi l’impegno.
Baroni 6,5: esordisce con tuta blu e pettorina gialla a conferma di come al Siena serva umiltà operaia per tirarsi fuori dai guai. Cambia modulo e in parte interpreti, azzardando un 4-4-1-1 che in realtà è un 4-2-3-1. Ha bisogno di pazienza e coraggio (e punti) ma se il buongiorno si vede dal mattino ha mostrato coraggio e capacità terapeutiche sul gruppo.
L’arbitro Pierpaoli 5,5: annulla incredibilmente l’espulsione di Muslera, prima cacciato e poi richiamato. Non si era mai visto o quasi. Ha la colpa di aver avuto troppa fretta, senza prima consultarsi con gli assistenti. Le immagini gli danno però ragione: il portiere laziale aveva preso la palla.