Siena in crisi, non ripetiamo gli errori del passato
Dopo le prime uscite – 13 punti in nove partite – si aspettava la conferma che il Siena potesse veramente fregiarsi del titolo di rivelazione del campionato. Questa non è arrivata e il solo punto nelle successive cinque gare ha riportato le ambizioni della squadra nelle logiche dimensioni, quelle stabilite dai numeri e non dalle speranze o dai sogni. Il Siena si potrà salvare, ma dovrà lottare fino all’ultimo minuto e questo, se ce lo fossimo dimenticato lo hanno impietosamente dimostrato i risultati sul campo.
Improvvisamente, ma non troppo, il Siena – inteso come tutto ciò che fa parte di questo contesto – si è risvegliato ed ha trovato accanto la compagna di sempre, la paura. Brutto risveglio e brutta situazione, ma i tempi e i modi per invertire la marcia ci sono tutti, basta saperli individuare e agire di conseguenza.
Di solito in questa situazione le prime parole sono rivolte ai tifosi affinché garantiscano il sostegno alla squadra, un appello all’unità d’ intenti e alla compattezza che, per chi conosce la realtà di Siena, è del tutto superflua. I tifosi hanno sempre fatto la loro parte e continueranno a farla, chi è chiamato a invertire la rotta saranno la società, l’allenatore e la squadra.
E visto che ci siamo e il momento non concede spazio alle mezze parole, sarebbe opportuno che l’esempio di questa compattezza partisse proprio dalla società, visto che le tante voci di tensioni interne che si rincorrono da tempo non contribuiscono a rasserenare l’ambiente dei tifosi, ma nemmeno della squadra che non vive, di certo, su un altro pianeta.
Non cediamo agli isterismi che questa situazione potrebbe generare, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo, queste nostre parole non sono dettate dalla rabbia, ma dalla consapevolezza che il momento è difficile e che sarebbe un errore sottovalutare le attuali difficoltà, un errore che in un recente passato c’è costato una retrocessione.
Tra qualche settimana si aprirà la finestra invernale della campagna trasferimenti e, ad oggi, si sente solo parlare di cessioni, un atteggiamento quanto meno originale da parte di una società immischiata nella lotta per la salvezza. Cedere qualche esubero va bene, sostituire qualche titolare che ha fin qui deluso pure, ma il tutto in un’ottica di rafforzamento e non per portare solo un beneficio al bilancio, altrimenti qualcuno ci dovrebbe spiegare perché è stato programmato – e brillantemente raggiunto – un immediato e dispendioso ritorno nella massima serie se niente, o poco, verrà fatto per mantenere la categoria. (Nicnat)
Fonte: Fedelissimo Online