SIAMO CADUTI NEL TRITACARNE: FERMIAMOCI
Si, fermiamoci e resettiamo il cervello. Contiamo fino a cento prima di parlare e, magari, non ne facciamo di niente.
Il cosiddetto caso De Rossi si sta dimostrando un vero e proprio boomerang, una bomba che ha squarciato i veli e mostra tutti i limiti di una società che, in ogni suo intervento, evidenzia di dovere ancora crescere. E nemmeno poco.
Le dichiarazioni del presidente Stronati rilasciate a Paolo Brogi de La Nazione, fanno da colonna sonora ad un film che nessuno avrebbe voluto vedere e sanciscono, di fatto, un netto distacco tra la società e i tifosi, una situazione questa che abbiamo sempre cercato di evitare, ma che ormai è un dato di fatto.
Il coro a De Rossi è da condannare, nessuno lo può negare, ma cè modo e modo.
Lo ha condannato anche Giampaolo, ma lo ha fatto non dimenticando di sottolineare la storica correttezza del pubblico senese e ribadendo, al contempo, il malcostume di molti giocatori.
Questo è quello che volevamo dal presidente, non un attacco scriteriato verso i propri tifosi, i propri giocatori e, indirettamente, lallenatore.
E incredibile constatare che lattacco più cattivo, e oltremodo ingiusto, ai tifosi bianconeri sia partito dal presidente della Robur, una situazione grottesca che evidenzia un feeling mai nato né da una parte né dallaltra.
Nellanno in cui i tifosi bianconeri hanno dimostrato record di abbonamenti battuto – il numero – la massima fiducia nella società, nonostante le operazioni di mercato in uscita, ci aspettavamo una condanna per il coro, ma non un attacco così ingiustificato e del tutto fuori dalla realtà.
Le ultime due interviste rilasciate da Stronati rappresentano le pagine più brutte del rapporto tra il presidente e la città e ci auguriamo, per il bene del Siena, che non pesino più di tanto nel prosieguo della stagione.
Non da meno è lattacco rivolto alla squadra e ai giocatori che sono scesi in campo contro la Roma.
Un presidente ha il diritto-dovere di esprimere alla squadra il proprio disappunto, ma per non creare alibi a nessuno il confronto deve avvenire nei luoghi deputati e non con sparate pubbliche più deffetto che di contenuto.
Le parole con cui ha bollato la squadra sono quelle che, ai fini del prosieguo della stagione, ci preoccupano di più, perché attaccando i giocatori scesi in campo, in realtà, si attacca lallenatore che li ha schierati.
Emerge in questo contesto una verità pericolosissima: la totale distonia tra tecnico e società.
Non esiste che lallenatore si lamenti – per la prima volta, notare bene di certi atteggiamenti degli avversari e che il presidente, viceversa, li dia per normali.
Sorge il dubbio che quello tra Stronati e Giampaolo, che lo scorso anno era un matrimonio damore, in questa stagione si sia trasformato in un matrimonio di interesse (il contratto in essere).
Come è possibile credere in un futuro roseo quando tutte le componenti del mondo Robur sono una contro laltra?
Il Siena non si può permettere questa situazione, non abbiamo la forza e la struttura per reggerne il peso e continuare così potrebbe portarci al suicidio. Da parte nostra non mancheremo di sostenere la squadra e lallenatore, eviteremo ogni polemica per non peggiorare una situazione che, se è partita da un nostro errore, è stata poi alimentata da dichiarazioni e prese di posizione totalmente fuori da ogni logica e da cui ci dissociamo totalmente.
Fermiamoci, per il bene della Robur, fermiamoci. Siamo caduti in un tritacarne per ora ancora spento che, se parte, ci riduce tutti in polpette. La Robur, noi e i nostri sogni. (Nicnat)
Fonte: Fedelissimo Online