Si è spento Vendrame, uno dei più grandi calciatori che hanno militato in bianconero

Ci ha lascito a 72 anni, sconfitto da una malattia con cui combatteva da tempo, Ezio Vendrame, uno dei più forti giocatori che hanno vestito la maglia del Siena. 

Una sola stagione nella Robur, 1969-70, 31 partite ed una rete, ma tutti i meno giovani lo ricordano per i lampi di pura classe con cui arricchiva le sue prestazioni. Personaggio eclettico e fuori dagli schemi (come si diceva a quei tempi) vide frenata la sua pur importante carriera da una serie di atteggiamenti suggeriti dal suo spirito libero e anti conformista. Grande giocatore, grande personaggio e grande persona, come dimostra questo breve estratto dal suo libro “Se mi mandi in tribuna , godo”:

“Giocavo nel Siena in serie C, e guadagnavo 300.000 lire al mese. Da una ventina di giorni avevo notato, in una vetrina del Corso (Negozio Cortecci ndr) un cappotto che mi scaldava solo a vederlo. …costava 70.000 lire, un’amputazione per le mie risorse, un colpo secco di mannaia al mio stipendio, una tirata di cinghia. Però ormai ero deciso. Uscii dal negozio con il mio sospirato cappotto addosso. Il freddo di prima era solo un ricordo.

Stavo facendo una “vasca” per  il Corso quando ad un tratto mi sento prendere lievemente per un braccio. Era un piccolo zingaro, sui 12 anni. Indossava un paio di scarpe rotte, delle braghe consumate e una maglia a girocollo sbrindellata. Con due occhi grandi come il mondo mi chiedeva la carità. Lo guardai come si guarda l’Amore e mi sentii raggelare il cuore.

Mi tolsi il cappotto per cui avevo sbavato tanto, glielo feci indossare – gli era decisamente grande – e gli raccomandai di tenerlo per se. In quei due occhi simili al mondo vidi il marchio della felicità. Ed io non avevo più freddo perché il marchio ve l’avevo messo io. Quando più tardi incontrai Toni (portiere e compagno di squadra ndr) mi chiese che fine avesse fatto il cappotto ed io felice negli occhi e raggiante nel cuore, gli risposi: L’ho donato ad uno che aveva molto più freddo di me”

Un mito giovanile che se ne va, ciao Ezio. (NN) 

Fonte: FOL