Serie A, seconda giornata: il punto di Paolo Soave
E' già sosta. Centottanta minuti bastano per i primi contrastanti segnali del campionato, vistosi errori arbitrali inclusi. Trentaquattro reti non son poche, spalmate in sei successi interni, tre esterni e un solo pareggio. Discreto spettacolo, la sensazione di un livello non esaltante e di abissali distanze fra vertice e retrovie.
Non può essere questa la Robur di Serse. Sospendendo per il momento il giudizio tecnico individuale e collettivo, la tigna necessaria per provare a fare l'impresa dove sarebbe? Timorosi, sempre secondi sulla palla e quindi primi nel collezionare cartellini, non affondiamo mai il colpo né serriamo i ranghi quando occorre farlo. Nella Samp bastano Estigarribia e Lopez a mandarci in confusione. La pausa viene opportuna: inseriamo Rodriguez in mezzo al campo sperando che sappia far legna, proviamo a ipotizzare un gioco d'attacco e, soprattutto, tiriamo fuori un po' di personalità.
La Juve porta polemiche e prende punti. In gabbia come un leone, Conte ha in Carrera un sostituto sin troppo valido: tre partite ufficiali altrettante vittorie, otto goal realizzati e uno solo subìto. Al Friuli Pozzo si infuria con Valeri, che nell'espellere Brkic si fida troppo del cosiddetto giudice di porta, più sciagurato di lui. Il rigore bastava e avanzava. La Juve, che ritrova Chiellini, avrebbe vinto lo stesso, così ha passeggiato. Dopo Vidal dal dischetto raddoppia Vucinic, nella ripresa gioisce doppiamente Giovinco. Per la grama Udinese di questo avvio di campionato va a segno Lazzari. Non tutte le annate sono uguali: Di Natale è triste, Guidolin, depresso più del solito, non si sente all'altezza dopo l'estromissione dalla Champions, in realtà imputabile soprattutto al folle cucchiaio del giovane Maicosuel.
Al San Paolo si gioca a beach soccer. La sabbia copre le magagne del campo, Napoli e Fiorentina si adeguano battagliando. Prevale alla lunga Mazzarri, che sembra al momento aver trovato una discreta concretezza. Sblocca ancora l'ispirato Hamsik, raddoppia Dzemaili raccogliendo una palla vagante. I viola sono stati in partita, sempre aggrappati a Jovetic, che in chiusura dice la sua con altro goal d'autore (capocannoniere a quota tre con Pazzini). Due squadre che promettono bene.
L'oscuro Petkovic è a punteggio pieno. All'Olimpico presenta una Lazio con sola punta, Close, che contro il Palermo basta e avanza. Il tedesco sblocca nel finale del primo tempo, poi nella ripresa Candreva scaglia un asteroide all'incrocio di Ujkani. Sigilla ancora Close giocando in area con le belle statuine rosanero. Anche con Sannino il Palermo resta, per ora, una squadra senz'anima. La rotta va invertita subito.
Ecco Zemanlandia. Magari non dura, ma a San Siro comincia a vedersi un po' di quello spirito boemo che può essere il sale del campionato. Stramaccioni deve ancora studiare molto: la sua Inter in casa becca delle belle scoppole, facendosi infilare con irrisoria facilità. Gioca bene ma è leggera. NellaRoma fa un figurone Totti, che imbecca il giovane Florenzi e nella ripresa Osvaldo, indisturbati nelle retrovie nerazzurre come nel soggiorno di casa loro. Per i padroni di casa illude il momentaneo pareggio di Cassano, mentre Marquinho chiude il conto infilando un angolo impossibile.
Il ritorno di Pazzini: al Dallara il Milan non incanta, ma trova chi può risolvere i problemi. Rapace d'area come il più prestigioso Inzaghi, Pazzo segna in tutti i modi, anche quelli meno leciti (rigore assurdo), frastornando un Bologna per il momento aggrappato al solo Diamanti (segna su penalty il momentaneo pareggio). Chi avrà fatto l'affare a Milano nel famoso scambio? I rossoneri non appaiono strutturati per essere protagonisti, anche se il rude De Jong si farà sentire in mezzo al campo. Pioli deve ritrovare il bandolo della matassa e sperare che la vicinanza di Diamanti rivitalizzi il catatonico Gilardino.
Va in scena al Massimino la gara più pazza della giornata. Il Genoa passa con Kucka che appoggia comodo comodo nella rete sguarnita l'assist di Immobile. Nella ripresa fuochi d'artificio: l'ottimo Bergessio con due guizzi dei suoi ribalta il risultato, ma un bel fendente di Jankovic pare inchiodare la gara su un equo pareggio. Nel finale Lodi regala la sua prima perla su calcio piazzato e la prima vittoria al Catania di Maran. Ci resta male Gigi De Canio, che ha ancora qualcosa da registrare in difesa.
Il Toro cresce e passeggia contro il Pescara. A segno Sgrigna, Brighi e nel finale Bianchi, che riscatta un penalty fallito. Partita senza storia: gli abruzzesi si difendono finchè possono, capitolando senza condizioni dopo l'espulsione di Terlizzi. Neanche un tiro in porta e l'impressione che gli uomini di Stroppa abbiano un'idea troppo vaga della serie A.
Si rilancia il Parma di Donadoni contro il Chievo, apparso dimesso rispetto al buon esordio: primo centro per Belfodil e sigillo finale, udite udite, del subentrato Rosi, che in area riesce ad aggiustarsi la palla e a mandarla nell'angolino.
A Quartu va in scena a porte chiuse una gara che per il Cagliari pare stregata. L'ottimo Consigli para la bellezza di due rigori nel giro di otto minuti, opponendosi prima a Larrivey, poi a Conti. L'Atalanta si conferma tignosa anche nella ripresa, giocata tutta in inferiorità numerica per l'espulsione di Peluso e nel finale Denis si sblocca con opportunismo. Quando già si profila la sconfitta beffarda per i sardi rimedia Ekdal risolvendo un mischione.
Meno male che la Nazionale impone, con le gare di qualificazione al prossimo mondiale, una salutare sosta. Alla ripresa è attesa al Rastrello l'Udinese, al momento intristita ma sempre capace, contro la quale occorrerà dare un segnale di vitalità per scacciare incombenti depressioni. Il terzo turno prevede anche Chievo-Lazio, Fiorentina-Catania, Genoa-Juventus, Milan-Atalanta, Napoli-Parma, Palermo-Cagliari, Pescara-Sampdoria, Roma-Bologna, Torino-Inter. (paolo soave)
Fonte: Fedelissimo Online