Serie A quindicesima giornata: il punto di Paolo Soave

Sogna Guidolin, tecnico bravo e introverso, che tanto non costa niente, mentre frenano le grandi, intese come Juve, Milan e Napoli. Avanza la Lazio e qualcosa si muove anche in fondo alla classifica nella quindicesima, che offre ventitre reti per due successi interni, tre esterni e cinque pareggi. Di Natale aggancia Denis in vetta fra i marcatori, tallonano Ibrahimovic, Klose e Cavani. L’Udinese ha al momento il passo della grande squadra: dopo il successo di San Siro regola in casa il Chievo alimentando di nuovo il grande sogno. I numeri parlano chiaro: difesa meno battuta e punteggio pieno in casa. Di Natale, al decimo centro, e Basta, evidenziano entrambi di testa la staticità della difesa veneta. Solo in chiusura Paloschi trova la rete (bella). La squadra di Di Carlo, nel bene come nel male, sta facendo il campionato atteso.

Bel lunedì sera all'Olimpico fra la Juve che fiuta l'allungo e la Roma che non può più sbagliare. Due gollonzi di De Rossi e Chiellini, favoriti dalle difese, regolano la contesa che ha offerto gioco da ambo le parti. Totti non se la sente di provare il cucchiaio di fronte a Buffon ma spreca lo stesso dagli undici metri il match ball. Davvero difficile battere la squadra di Conte, la tanto discussa Roma di Luis Enrique c'è forse andata più vicino di altri.

Al Dall’Ara protagonista ancora una volta l’arbitro: il buon Rocchi riesce perfino a superare Mazzoleni, ma pare che almeno lui si sia scusato (con il Bologna). Non vede due rigori nell’area del Milan, di cui uno solare su tocco di Seedorf. Ha più diottrie del previsto invece sul contrasto che fa accasciare esanime quel “fuscello” di Ibrahimovic. Partita bella, anche se condizionata dall’infausta terna. Apre Di Vaio nuovamente chirurgico, in solitario contropiede. Rabbiosa reazione milanista prima con Seedorf (gran rete), poi come detto da dischetto, generoso, col solito Ibra, al nono centro. Ci pensa Diamanti, altro rossoblu in netta crescita, a porre rimedio ai danni di Rocchi con conclusione dal limite che coglie impreparato Amelia. Risultato giusto: cresce il Bologna di Pioli grazie alla ritrovata qualità dei suoi uomini migliori; in libera uscita la difesa dei campioni d’Italia, già distratti in Champions, che perdono l’occasione di mettere pressione addosso alla Juventus. Per Allegri il passo del Milan è comunque quello giusto.  

Con il quinto successo esterno, altro numero da grande squadra, la Lazio rovina il ritorno sulla panchina di Serse Cosmi. E dire che il Lecce era passato presto in vantaggio con il rientrante Di Michele su rigore causato dall’uscita di Marchetti sul medesimo. Giallorossi in partita sino alla fine, ma tramortiti da Klose, teutonica macchina del goal, che prima gira in porta su corner poi decide con perfetta e mortifera incornata su invito di Cissè, rilanciato in versione arretrata. In rete per gli ospiti anche Cana e per i padroni di casa Ferrario, autore del momentaneo 2 a 2. Nei quartieri alti la Lazio ci sta di buon diritto, anche se come ammette l'ottimo Reja non ha abbastanza stoffa per cucirsi addosso l’abito da pretendente allo scudetto. Cosmi si dice ottimista, e non potrebbe essere altrimenti: difficile fare peggio quando sei ultimo. Del resto con Di Michele, e magari qualche rinforzino, l’attacco ci guadagna, ma resta la difesa a condannare tutta la squadra.

Reduce dalla storica impresa di Champions il Napoli deve accontentarsi della divisione della posta a Novara. La squadra di Tesser in casa è sempre vivace e passa nel secondo tempo con Radovanovic. Rimedia in chiusura Dzemaili. In campionato il passo dei partenopei non è certo da scudetto, potrebbero fare meglio assai; punticino d’oro per i piemontesi, che se la giocano sempre, nella buona come nella cattiva sorte. Tesser ha la letterina pronta per Babbo Natale: serve qualche rinforzo per dare consistenza al sogno salvezza.

Alla settima Mangia inciampa in casa. Del black out palermitano approfitta il Cesena. Decisivo di testa Mutu. La ritrovata vena del rumeno, già due i successi determinati da sue prodezze, restituisce vita a un gruppo che sembrava già morto, e questa non è una bella notizia per la Robur. I rianimati romagnoli cominciano a crederci, mentre il Palermo si riscopre inaffidabile. “Non possiamo permetterci di correre meno degli avversari”, tuona il giovane tecnico rosanero al termine. Parole sante, che valgono per tutti, grandi e piccini.

Non sa più vincere in casa il Cagliari. Senza reti e con poche emozioni il pareggio con il Parma, che pur gradisce il punticino in terra sarda, dato il ben misero rendimento esterno. Ibarbo non si ripete, mentre fra gli ospiti Floccari appare calato assai rispetto ai promettenti esordi di inizio carriera. Colomba perde Giovinco, che è tanta roba per l’attacco parmense, e in chiusura Galloppa, altro elemento bisognoso di rilancio, spreca la palla goal più ghiotta.

Bel Catania a Bergamo. Gli etnei passano in vantaggio con Legrottaglie, che di testa sorprende Consigli, nell’occasione stranamente sorpreso per i suoi consueti standard di rendimento. Sul finire di tempo Spolli si fa cacciare e nella ripresa è Tiribocchi, al primo centro stagionale, a fare le veci di Denis, con girata sporca che beffa Andujar. Pareggio in fondo gustoso per entrambe: in rilancio nelle ultime settimane il Catania di Vincenzino Montella, mentre l’Atalanta ha forse perso il furore iniziale, del resto anche Denis non può timbrar sempre il cartellino. Si vocifera peraltro di possibili restituzioni di punti tolti in partenza, secondo italica prassi. Così ingiustizia, in ogni caso, sarà fatta.

Basta poca Inter per riportare la Fiorentina sulla terra dopo lo squillante successo sulla Roma. Natali si scorda di chiudere su Pazzini, che con felpato esterno destro beffa lui e Boruc. Nella ripresa il samurai tascabile Nagatomo approfitta di un comico frontale fra difensori viola e chiude la modesta contesa fra due compagini dagli evidenti limiti. Tornerà a investire nel mercato Moratti o si affiderà agli imberbi? Sempre arduo il compito del signor Rossi, soprattutto quando come in questo caso non può contare su Jovetic. Però per riflesso dell’antipatia verso Mihajlovic gode della simpatia dei tifosi viola. Per ora.

La sedicesima, che precede il recupero infrasettimanale della prima saltata per la serrata dei professionisti del pallone prevede tre anticipi sabato: Chievo-Cagliari, Fiorentina-Atalanta e, udite udite, Milan-Siena. A seguire domenica pomeriggio Catania-Palermo, Cesena-Inter, Genoa-Bologna, Juventus-Novara, Parma-Lecce. Due i posticipi serali: Lazio-Udinese e Napoli-Roma. Mentre le seconde e terze linee della Robur si recano a Palermo per la sfida di Coppa Italia, che capita come il proverbiale gatto attaccato ai marroni, le prime linee meditano, speriamo non troppo, sulle mitologiche gesta di Ibra e compagni. E’ partita da affrontare per esercitare la concentrazione perduta. Sarà un diavolo poco in vena di regali, ma come direbbe il memorabile Al Pacino di “Ogni maledetta domenica” i punti che ci servono sono ovunque, sono intorno a noi e possiamo provare ad afferrarli in qualsiasi momento. Non c’è salvezza senza qualche impresa che illumini l’intero campionato (paolo soave). 

Fonte: Fedelissimo Online