Selvaggia De Luca: “Mio padre era un lottatore. Senza la malattia sarebbe rimasto presidente”
“Mio padre era un lottatore, un creativo, amava stare in mezzo ai tifosi. Era il presidente della gente, quando cammino per le strade di Siena mi fermano per ricordarlo. Ha fatto un ottimo lavoro non solo come imprenditore ma anche come persona”. Selvaggia De Luca, a Canale 3, ha ricordato suo padre Paolo, indimenticato presidente della “lucida follia”, scomparso esattamente 17 anni fa, il 31 marzo 2007. “Avevo solo 17 anni ma ricordo un’aria magica. Sono stati anni molto intensi e coinvolgenti, anche fatti di preoccupazione, come quando i risultati stentavano e le salvezze arrivavano solo all’ultimo, ma ce l’abbiamo sempre fatta”, spiega Selvaggia De Luca, che ha citato un battibecco avuto in tribuna con Adriano Galliani. “Ho preso da mio padre, ero fin troppo sanguigna anch’io. Ebbi una piccola discussione con Galliani, l’arbitro non fischiava mai a nostro favore e a un certo punto non ho retto. Mi sembrava giusto difendere la mia squadra. Oggi la farei con meno passionalità ma all’epoca non sapevo gestire il mio cuore”.
“Il giorno della partita, alle sei di mattina, mio padre si svegliava e iniziava a bussare alle porte di tutte le camere prima di fare colazione. E nel tragitto dall’albergo allo stadio la musica doveva essere ad alto volume e dovevano cantare tutti”, continua Selvaggia De Luca. “Se sarebbe rimasto presidente senza l’arrivo della malattia? Aveva ricevuto delle offerte, ma era profondamente attaccato alla città e alla squadra. Penso sarebbe rimasto. Il caso ha voluto che la squadra fu venduta a poche ore dalla sua scomparsa. Sarà stato un segno del destino, una chiusura di un ciclo”. (Giuseppe Ingrosso)
Fonte: Fol