Sciatteria e indecenza, questo è il Rastrello oggi

No, cari amici, non sono stato a visitare Cernobyl, la cittadina ucraina abbandonata per sempre dopo il disastro nucleare di qualche decennio fa ed ora preda incontrastata della ruggine e della vegetazione che cresce selvaggiamente da tanti anni. Chi non ricorda le immagini shock di case, strade, giostre e perfino di una ruota panoramica in versione day-after?

Molto più semplicemente, dopo la breve segnalazione apparsa sul FOL, sono andato a fare anch’io un giro esterno dell’“Artemio Franchi” e devo ammettere che il sopralluogo provoca una stretta al cuore.

A parte il terreno di gioco (che se non sarà innaffiato da qualcuno che non sia solo la pioggia, rullato a dovere e con regolari tagli dell’erba rischia seriamente di diventare prestissimo inagibile) dovunque salta agli occhi un imbarazzante stato di degrado sia per quanto riguarda le infrastrutture (cartellonistica, tornelli, tribune, bagni…) ma anche per ciò che attiene al decoro e perfino all’igiene che dovrebbe avere un parcheggio di cui usufruiscono migliaia di turisti.

Bel biglietto da visita, non c’è che dire: sotto le tribune in tubi di ferro, a parte erbacce ed alberelli che crescendo tra poco sostituiranno gli spettatori sugli spalti, l’aspetto è quello di un enorme immondezzaio, frutto peraltro di un’incuria che viene da lontano e – ammettiamolo pure – della poca civiltà di qualche tifoso.

La situazione non è migliore lungo i viali adibiti a parcheggio dove soprattutto a ridosso della rete di recinzione dell’impianto non si contano cartacce, bottiglie di plastica e di vetro, quest’ultime spesso rotte e dunque potenzialmente pericolose. Domanda: a chi spetta almeno la pulizia della strada interna allo stadio? Al gestore del parcheggio che ne trae ingenti profitti? Al Comune che se n’è dimenticato? Ed infine: è possibile che l’innominabile non debba rispondere in sede civile per i danni provocati in questi mesi al bene comune che un impianto di calcio rappresenta?

Mi sento di proporre ai tifosi bianconeri di dedicare una mattinata o un pomeriggio a raccogliere almeno quello che si può e dove si può per dimostrare che al “Franchi” noi ci teniamo almeno quanto i ragazzini che ogni tanto vanno a ripulire spiagge e boschi. L’idea è lanciata, vediamo se avrà sviluppi positivi!

Concludo con un’altra constatazione che potrebbe far inscrivere il Siena nel “Guinnes dei primati” perché è davvero un record vedere in uno stadio la varietà dei diversi stemmi societari che compaiono giù al Rastrello. A quello mitico e mai abbastanza rimpianto dell’A.C. Siena tuttora visibile agli ingressi di squadre e tifosi ospiti, fa compagnia quello dell’appena defunta A.C.R. Siena fuori dell’area hospitality mentre anche il cosiddetto “traliccio” degli armeni fa bella mostra di sé in cima alla scalinata che immette alla tribuna coperta dal lato della Fortezza medicea. Anche di quello della Robur Siena di Anna Durio & family a malapena si trova una labile traccia mentre manca ovviamente il nuovo logo del Siena F.C. targato Giacomini. Cinque loghi in una decina di anni non sono esattamente pochi e stupisce che nessuno si sia preso la briga di sostituirli ogni volta che cambiavano. Altro che marketing, questa si chiama sciatteria. (Mario Lisi)

Fonte: FOL-Foto di Mario Lisi