Sannino: Più cinismo e massima attenzione fino al 95′

Alla vigilia di Bologna-Siena, Giuseppe Sannino, parte da un'autocritica. “Ho sempre detto che di film così ne ho già visti tanti – spiega il mister -. Le prestazioni, alla fine, contano poco: contano i risultati anche se ottenuti, sportivamente 'rubando'. Dobbiamo guardare quello che abbiamo fatto e quanto abbiamo raccolto e chiederci dov'è il problema, siamo entrati in un ingranaggio che non mi piace. Dobbiamo imparare a essere più cinici e tenere alta la concentrazione per 95 minuti. E' un peccato vanificare alla fine, vuoi per stanchezza, vuoi per un calo di attenzione, quanto di buono fatto per una partita intera. In serie A paghi ogni singolo errore. Tre ottime prestazioni, un punto, siamo arrabbiati: il calcio è condizionato dai risultati. Se Castaignos non avesse segnato il Siena e l'Inter sarebbero stati visti sotto una luce diversa entrambi”. Questo lo spirito con cui la Robur si presenta al Dall'Ara. “C'è un po' di patema d'animo, dobbiamo necessariamente fare risultato – dice Sannino -. Non deve capitare: questa situazione toglie serenità e spregiudicatezza alla squadra. I ragazzi dovranno scendere in campo più concentrati che mai, ricordando come sempre la chicca negativa di Palermo”. Il tecnico parla allora dei rossoblù di Pioli. “Affrontiamo un avversario che, dicono tutti, è in grande spolvero – dice -. E comunque per noi ogni sfida è importante. Delle compagini che affrontiamo non facciamo figli e figliastri a seconda del nome. Dobbiamo partire, come sempre, dal presupposto che il Bologna è la squadra più forte del campionato”.
Tra i 22 convocati anche, per la prima volta, Francesco Parravicini. “Mi serviva un centrocampista in più – afferma il mister -. Parravicini è uno di noi: in questi mesi ho sempre fatto allenare tutti, trentadue giocatori, data l'ampiezza della rosa, una delle più numerose della serie A. Non ho mai lasciato in disparte nessuno cercando di premiare chi se lo merita e dispiacendomi per chi rimane ai margini. Mi fido di loro. Il rapporto tra noi è sempre statoi chiaro: non è un fatto personale verso nessuno, ma numerico. Inoltre ho sempre parlato franco. Qualcuno può non aver capito, ma credo che sia giusto ascoltare sempre i consigli, anche se dati dall'ultimo arrivato. La grandezza di un giocatore è direttamente proporzionale alla sua voglia di migliorarsi”.
Sannino torna poi sull'intervista rilasciata in settimana dal vicepresidente del Bologna, Setti, a Furio Zara del Corriere dello Sport, in cui il dirigente rossoblù conferma un contatto con il tecnico la scorsa primavera e spiega i perché della scelta Bisoli. “Al di là del fatto che certi colloqui secondo me devono rimanere privati – commenta l'allenatore della Robur -, e al di là del fatto che Bagni a quel colloquio non era presente, sono rammaricato dal fatto che Setti abbia esternato il suo pensiero in maniera un po' distorta. Per convincermi ad andare a Bologna mi spiegò che era una città a misura d'uomo dove è possibile prendere tranquillamente l'aperitivo (nell'articolo il virgolettato riporta invece “E poi ci chiese: ma a Bologna posso andare in centro a prendere un aperitivo? Non dico che fu quello a farci decidere, no, però qualcuno ebbe dei dubbi…” ndr)”. “E per quanto riguarda Ramirez – aggiunge Sannino -, un giocatore secondo me straordinario, dalle enormi qualità tecniche, gli spiegai semplicemente dove lo avrei inserito nel mio progetto. Come ho fatto per Pastore al Palermo e come ho fatto qua con Brienza. Guardate in quanti ruoli ha giocato Franco e il campionato che sta facendo…”. Il mister, allora va oltre. “L'importante, comunque, è che tutto si ricomponga – dice -, possono capitare certi fraintendimenti nel parlare. Io però ci tenevo a dire la mia. Ringrazio il Bologna per l'interesse mostrato nei miei confronti, sono contento per Pioli, come lo sono stato per Bisoli. Del calcio bisogna saper accettare il bello, ma anche il brutto”.
Sannino, davanti a taccuini e telecamere, prima di partire per Bologna, vuole fare una precisazione. “Accetto la squalifica che mi è stata data in Coppa Italia – dichiara -, ma non la condivido. Non sono uno che bestemmia, anche se a volte il labiale mi tradisce per i termini molto simili che uso. Non tiro in ballo il Signore, se sbagliamo un gol, non è certo colpa sua. A Cagliari, nel parapiglia venuto a crearsi tra le due panchine – e abbiamo anche visto volare bottigliette – l'arbitro deve aver sentito qualcosa pensando che fossi stato io. Ma non è così”.
Sannino, in conclusione, parla anche del suo rapporto con le Contrade. “Sono realtà particolari – chiude il mister -, che possono apparire anche anomale a chi viene da fuori. Ma se impari a viverle, capisci che c'è un grande affetto che unisce tutti. I nostri tifosi sono passionali, noi dobbiamo essere bravi a innaffiare con il lavoro sul campo la loro volontà di starci vicino”. (Angela Gorellini)

Fonte: Fedelissimo on line