Sannino: “Ho chiesto la maglia a Di Natale”

Il calcio vissuto giorno per giorno senza fare progetti. Il suo lavoro fatto per passione e non per vetrina. Tutto questo e molto altro è il Sannino pensiero, storia di un uomo concreto, deciso e consapevole della realtà in cui si è calato. Giuseppe Sannino in esclusiva a Calciomercato.it, racconta il campionato dal suo punto di vista e la realtà Siena:

Partiamo dalla sconfitta contro l'Udinese…
"Brucia ancora tanto nonostante la grande prestazione al cospetto di una squadra fatta di campioni. Sotto di un gol abbiamo reagito e questo mi ha dato la percezione che la squadra sa cosa deve fare, sa che non bisogna mai mollare. Invece nel finale abbiamo abbassato la guardia e siamo stati subito puniti permettendo ai friulani di vincere. Sono arrabbiato perchè contro sqaudre come l'Udinese non puoi mai mollare".

Ancora una volta un super Di Natale?
"Sì! Ancora una prestazione di un grande campione che non scopro certamente io. Un uomo umile ma allo stesso tempo cinico e geniale che sta facendo grandi cose per se e per l'Udinese. Per me meriterebbe la nazionale".

Perchè quando ha vestito l'azzurro non ha inciso alla Di Natale?
"Perchè in Nazionale non deve fare quello che fa nell'Udinese. Li gioca insieme ad altri grandi campioni e non è solo lui la stella, il contesto è differente da molti punti di vista ed anche gli avversari con i quali ti confronti non sempre ti permettono di esprimerti come vorresti, sono di avversari di livello modiale. Non entro nel merito delle scelte di Prandelli che è un grande tecnico, però un giocatore come Di Natale che da due anni è il leader dei cannonieri italiani, fosse per me lo vorrei sempre in nazionale".

Perchè le ha regalato la maglietta a fine partita?
"?I giocatori così come gli allenatori sono prima di tutto uomini e non marziani. Ho chiesto a Totò una maglietta per mio figlio e lui con molto piacere mi ha fatto questo regalo. Ma soprattutto ha esaudito il desiderio di un bambino che lo vede come quel campione che è. A mio figlio potrei regalare mille magliette del Siena o di altre squadre ma lui voleva quella di Totò Di Natale, ecco cosa c'è dietro questo pensiero fattomi dall'attaccante dell'Udinese".

La famiglia Pozzo ha insegnato negli anni che il progetto Udinese è un modello da seguire, il progetto Siena a che punto è?
"Io credo che il Siena ha un direttore sportivo come Perinetti che è straordinario. La nostra proprietà ha passione e voglia di fare. Ma per seguire le orme di una macchina che funziona alla perfezione come quella friulana ci vuole tempo, tanto tempo. L'Udinese sono anni che lavora con una rete di persone abilissime a scoprire, visionare e selezionare ragazzi che poi hanno dimostrato il loro valore. L'Udinese è un modello da seguire in Italia e nel mondo, loro hanno programmato e non improvvisato. Il Siena sta crescendo e deve guardare giorno per giorno alla realtà dei fatti. Le basi ci sono per fare cose ottime ma dobbiamo guardare la realtà dei fatti. Il mio stile è vivere giorno per giorno e la permanenza in Serie A per noi, sia come squadra che come società, è la priorita'. Il resto vedremo… Ma prima di tutto la salvezza".

Salvezza che dipende dalle geometrie di un D'Agostino ritrovato?
"Salvezza che dipende da tutti. Per me D'Agostino è il calcio e mi è piaciuto come ha reagito in una partita dove da ex aveva tutti contro. Nelle ultime due partite il Siena ha ritrovato quel giocatore per il quale abbiamo fatto sacrifici importanti e dal quale mi aspetto faccia la differenza come D'Agostino sa fare. Lui è fondamentale per noi come la squadra tutta lo è per farlo girare al meglio".

Fonte: Fedelissimo online