Sannino: A Palermo per vincere, serve fiducia

Da una parte la Coppa Italia, con la trasferta di Palermo, dall'altra il big match di San Siro, anticipo della sedicesima giornata del campionato. Squadra divisa per onorare, da una parte, la Tim Cup, per preparare a Colle, dall'altra, la sfida ai rossoneri. Giuseppe Sannino va per gradi: un passo alla volta, per riprendere il cammino. Lo spirito non è quello dei giorni migliori. Ma la serenità e la convinzione sono i suoi punti fermi.

Mister, ripartiamo dal ko con il Genoa…
“In momenti come questi ognuno può dire di tutto. Io devo rimanere sereno, ascoltando i giudizi degli altri, ma dritto per la mia strada. Contro il Genoa i ragazzi hanno fatto il loro dovere anche se non sono stati fluidi e sciolti come nelle uscite precedenti, forse per via della tensione. Non ho visto una grossa differenza tra noi e e i rossoblù: ho visto semmai una squadra meno aggressiva del solito e quindi meno corta. Tutto alla fine dipende dal risultato. Anche a livello mediatico. Ho letto le pagelle del post partita: io vedrò un altro calcio ma non mi spiego come a Brienza possa essere data un'insufficienza. E, cambia anche subire una o due reti: uno 0-2 anziché uno 0-1 fa leggere la partita in maniera diversa”.
E' un momento molto delicato…
“Siamo partiti con l'obiettivo dichiarato della salvezza, poi nella parte iniziale del campionato abbiamo raccolto tanti punti pesanti. Nelle ultime partite abbiamo mosso poco o niente la classifica rimanendo fissi a 14 punti. Ma se le stesse 14 lunghezze le avessimo conquistate miscelate nelle settimane le opinioni sarebbero state le stesse? Non vivo sulla luna e non credo di essere uno stupido: sono preoccupato da quello che avverto introno alla squadra, ma non dall'andamento, perché ho sempre saputo quale fosse il nostro traguardo. Il mio mestiere è quello di analizzare le partite, correggere gli errori e le sbavature, che possono essere dettati dalla paura, o magari dalla foga del risultato”.
La parola d'ordine è reagire, quindi?
“Nel calcio come nella vita ci sono i momenti belle e meno belli, e proprio in questi ultimi si vede la forza di una squadra, di una società e di una città. Dobbiamo riprendere la rotta, è vero, facciamo fatica a far gol, ne prendiamo al primo episodio sfavorevole, ma una caccia alle streghe sarebbe ingiusta. I giocatori ora in crisi di risultati sono gli stessi che qualche mese fa hanno regalato gioie e soddisfazioni. Non possono cambiare nel giro di una settimana. I ragazzi devono essere messi nella condizione di esprimersi al meglio, per poter raggiungere il traguardo sperato, nel lungo periodo. E' stato bello sentir parlare del Siena a livello nazionale, ma il calcio dà e toglie, trita e dimentica”.
Domani sera Palermo-Siena: un successo sarebbe salutare?
“Andiamo in Sicilia per passare il turno, me la voglio giocare. Scenderà in campo una squadra importante con giocatori che hanno trovato spazio anche in campionato. A Siena rimarranno in otto-nove. In formazione ci saranno Angelo, Contini, Reginaldo, Gonzalez, Larrondo…Sarà importante fare risultato: lo è sempre, dà morale, gratificazioni e stimoli. Anche in allenamento”.
Il fatto che dopo affronterete il Milan è positivo, secondo lei, considerando che la gara può essere presa, per così dire, 'a cuor leggero'?
“Non mi piacciono i luoghi comuni e basta con le solite frasi: che significa che se una squadra non ha niente da perdere gioca più serena? Una squadra deve giocare sempre per dare il massimo e per superarsi. Anzi, proprio in queste partite la tensione dovrebbe essere doppia. Proprio in queste partite si misura la differenza tra un giocatore e un altro, tra un allenatore e un altro”. (Angela Gorellini)

Fonte: Fedelissimo on line