Rubino tra passato e presente

E’ uno dei simboli della promozione in serie A della Robur, amato dal pubblico per le sue reti decisive in partite molto delicate.

A 32 anni, Raffaele Rubino sta vivendo nuovamente quelle emozioni, questa volta con la maglia del Novara di cui è capitano e indiscusso condottiero.

Siamo rimasti in contatto con Raffaele e in questa domenica in cui la classifica generale vede il Siena primo e il Novara subito dopo, lo abbiamo contattato per una breve chiacchierata.

Siena in vetta e il tuo Novara ad un punto, te lo aspettavi?

“Il Siena in vetta sicuramente si. La Robur è una squadra costruita molto bene, con importanti valori tecnici e tanti giocatori “affamati” di gloria, vuoi per un senso di rivincita, vuoi perché si trovano davanti ad un bivio importante della loro carriera. E poi c’è Conte che ha già dimostrato di essere uno dei migliori tra gli emergenti. Per quanto riguarda il mio Novara, stiamo vivendo un momento magico, circondati da un ambiente euforico e supportati da una società di primissimo livello.

Abbiamo un’ossatura importante e cercheremo di mantenere il passo fino alla fine, anche se siamo coscienti che non sarà facile. Ci proveremo, di questo sono sicuro”

Atalanta, Livorno, Torino e Reggina in ritardo, è solo una partenza lenta?

“L’Atalanta, insieme alla Robur, è una grande squadra e prima o poi prenderà il giusto passo, diverso il discorso per le altre tre squadre, sicuramente importanti, ma lievemente inferiori a Siena e Atalanta.”

Se dico Robur?

“Un pezzo importante della mia vita, un ricordo indelebile che porterò sempre con me. Con la Robur ho vinto un campionato di serie B ed ho esordito in serie A, avrei voluto rimanere con voi, ma non fu possibile. Da qualche anno il Novara è la mia casa, qui mi vogliono bene ed io sono molto legato ai colori azzurri. Approdare in serie B con questi colori è stata una gioia immensa e ora voglio continuare a dare tutto a questa società”

Facciamo un passo indietro, se quel tuo colpo di testa contro l’Inter fosse entrato invece di centrare la traversa, sarebbe cambiato qualcosa?

“Ricordo benissimo quella partita, il mio esordio in serie A e altrettanto bene ricordo quella azione. Saltai convinto di buttarla dentro, ma il destino aveva deciso diversamente. Chissà, forse se il pallone fosse entrato anche la mia storia poteva essere diversa, ma va bene anche così, sono molto contento della mia carriera e soprattutto orgoglioso di avere sempre onorato tutte le maglie che ho indossato.”

Hai un sogno nel cassetto?

“Diceva il presidente De Luca che i sogni aiutano a vivere. Si, un sogno ce l’ho: Siena e Novara in serie A. Sarebbe il massimo, una gioia immensa.”

Ciao Raffaele ci vedremo il 27 novembre.

“Sarà un’emozione ritornare dove c’è tanta gente che mi ha voluto bene e ancora me ne vuole e che io porto nel cuore. Un saluto affettuoso a tutti i tifosi della Robur, tra poco ci rivedremo.” (Nicnat)

Fonte: Fedelissimo Online