Rosinaldo e Zé Love, Siena do Brasil – di Tommaso Refini

Le ultime ore del calciomercato raccontano la favola di Peter Pan, con il tifoso che torna bambino e rivive gli anni delle figurine. L’Ata Hotel Executive è un gran bazar figlio della crisi, con tante parole in libertà, qualche scambio e pochissimi soldi. E’ uno show televisivo, con un tam tam di nomi, trattative, affari o presunti tali, colpi da novanta che evaporano d’incanto. 

Le 19 del 31 agosto sono la mezzanotte di Cenerentola. Si spengono le luci dei riflettori, dopo un divertente giro di giostra che fa sentire importanti dirigenti e giocatori, agenti e intermediari, giornalisti e faccendieri, semplici collaboratori e imbucati alla festa del nulla. Nove volte su dieci, infatti, si magnifica il niente: scorrono fiumi di inchiostro per trattative che non vanno in porto, per sogni di fine estate destinati a rimanere tali. Quando si fa sera, è ora di aprire gli occhi, smettendo di sognare campionissimi e fuoriclasse. Al netto di speciali calciomercato, ore di diretta televisiva e chiacchiere da bar sport, l’ultima notte del mese è uno specchio fedele, che dopo le illusioni estive e i “vorrei ma non posso”, mostra le rughe senza pietà.

Il Siena torna da Milano a ritmo di samba: finalmente Rosinaldo, piedi brasiliani nati per caso in Calabria; ufficiale anche Zé Eduardo, attaccante con i capelli rossi e un nome sulla maglia che è tutto un programma. Zé Love, per l’amicizia con Vagner Love, un altro verdeoro estroso: testa dipinta di blu e carriera spesa fra Brasile e Russia. L’ultimo atto della campagna trasferimenti lascia in dote anche i tesseramenti di Martinez, Campos Toro e Rodriguez, potenziale crack del centrocampo bianconero, insieme alle uscite di Parravicini (Novara), Giannetti (Cittadella) e Buchel (Cremonese). Vicino alla porta scorrevole anche Paolucci, che solo in extremis vede sfumare il suo trasferimento al Brescia. In ogni caso tutte le attenzioni – anche le nostre, che avevamo già analizzato il mercato bianconero il 24 agosto con “La Robur ai raggi X”, rimandando il giudizio sul fronte offensivo all’acquisto delle due punte – erano rivolte ai nuovi attaccanti, dopo che anche mister Cosmi aveva lanciato l’sos per il reparto avanzato. 

Rosina e Zé Eduardo sono la risposta al suo appello. Due operazioni molto diverse: la prima accarezzata da tempo e fortemente caldeggiata dal tecnico umbro, che nel ritiro di Cascia aveva potuto apprezzare le qualità dell’ormai ex Zenit San Pietroburgo; la seconda nata dopo la beffa di John Guidetti, svanito sul più bello lasciando la Robur con un pugno di mosche. Era lui l’erede designato di Destro: un giovane con il gol in canna, capace di pedalare in tandem con Calaiò, ma anche di giocare insieme a Rosina. Zé Love non è un ripiego, ma certamente è un calciatore con caratteristiche molto diverse: seconda punta, centravanti atipico in caso di estrema necessità. In termini di fatturato, è una scommessa: vinta dal Santos, un paio di stagioni fa; persa dal Genoa, nel campionato scorso. Potrà contribuire alla causa, senza però essere l’asso nella manica da calare sul tappeto verde. La sensazione è che il Siena, fortemente convinto di vestire di bianconero il talento del City, sia andato in difficoltà dopo la retromarcia dei Citizens. Così ha fatto di necessità virtù, cautelandosi con Zé Eduardo, e ha tentato di sgomitare per prendere un uomo d’area all’ultimo metro. Niente da fare: Kozac è rimasto a Roma, Caracciolo a Brescia e Nenè a Cagliari; Hugo Almeida assomigliava a Bendtner, per ambizione del progetto e relativa infattibilità; Toni è salito sulla macchina del tempo, tornando in riva all’Arno. Suggestioni, opportunità più o meno concrete, che però non hanno risolto il rebus.

Il finale della storia è che il Siena va al canape con Rosina e Zè Eduardo, là davanti, insieme ai confermati compagni di reparto. L’arrivo dell’ex capitano granata copre la mancanza di un giocatore di fantasia, mentre il brasiliano ex Genoa, almeno sulla carta, risponde solo parzialmente alla necessità di avere una seconda bocca da fuoco oltre a Calaiò. La sensazione è quella di un mercato in entrata discreto – anche interessante come idee, specialmente se rapportato alle modeste risorse a disposizione -, ma chissà se sufficiente per salvarsi da meno sei. Si è fatto trenta, ma non trentuno, all’alba di una stagione complessa che forse meritava anche il trentadue. E’ mancata la ciliegina del bomber, a meno che Zé Eduardo – per gli amici Zé Love – non stupisca tutti, tornando a fare notizia per i gol, anziché per il colore dei capelli o per il nome sulla maglia.

Fonte: sienafree.it