Robur, troppe scommesse pericolose Risparmio sì, rivoluzione sciocca no.

Un intervento lucido ed articolato, come sempre, quello di Paolo Brogi sulle colonne de La Nazione in edicola oggi. Lo riportiamo integralmente:

Le rivoluzioni hanno un senso se sono pilotate da una logica e magari portano benefici. Se l’unica priorità è risparmiare, cedere chi ha mercato e tagliare gli ingaggi importanti ecco che la strada del successo diventa impraticabile, mentre rischia di spalancarsi quella del fallimento sportivo. Nella Robur che ‘non comunica’, le certezze sono sempre meno, mentre le scommesse pericolose, soprattutto dopo l’ultima frenetica giornata di mercato, sono troppe. C’è una seconda parte di stagione complicata ad attendere i bianconeri. Ci sono due partite cruciali nei prossimi giorni, c’è una classifica sempre più disastrata a cui porre rimedio. Ebbene la strategia adottata, se di strategia si può parlare, è stata quella di costruire una rosa con tanti giocatori fermi da tempo che solo tra diverse settimane potranno raggiungere una condizione fisica sufficiente per dare una mano alla causa bianconera. Via invece le certezze, magari uomini che non hanno reso secondo le previsioni della scorsa estate, ma che erano parte integrante del gruppo e fisicamente pronti ad andare in campo. Il problema è che qui c’è da andare in campo e almeno provare vincere e non c’è il tempo di aspettare chi in questo momento può gettare sul piatto al massimo venti minuti apprezzabili. Domani c’è già una partita dove ci si gioca una fetta importante di salvezza. Poi altri quattro giorni e un’altra accanita inseguitrice della Robur si lancerà affamata contro i bianconeri con la voglia di raggiungerli e magari scavalcarli in classifica. Il Siena si farà trovare pronto? Getterà nella mischia chi è arrivato da un quarto d’ora, oppure si affiderà ai pochi superstiti? Probabilmente il problema salvezza è stato sottovalutato o peggio ancora non interessa proprio. Del resto quando a metà stagione si parla di chiudere dignitosamente il campionato qualcosa che stona c’è per forza. Chi è già retrocesso deve chiudere dignitosamente, mentre chi sta scivolando un passo alla volta verso la zona rossa della classifica ha il dovere di lottare con le unghie e con i denti e non certo accontentarsi di aver perso soltanto 1 a 0 contro la capolista. Sette sconfitte nelle ultime otto partite e l’unica gara non persa rattoppata soltanto al 92’ devono far riflettere. Se poi invece basta qualche giro palla lento ma senza errori per parlare di segnali di ripresa e Robur battuta ma a testa alta allo stadio Città del Tricolore allora va bene tutto. Contro una Reggiana in pantofole e attenta soltanto a non prendere cartellini pesanti ed evitare infortuni in chiave Modena, il Siena non ha fatto un tiro in porta. Una squadra spenta quella bianconera, che non ha mai dato l’impressione di poter insidiare la corazzata granata. La Reggiana però è il passato, domani si scrive un altro capitolo fondamentale di questa stagione e va fatto con il sangue agli occhi e non dignitosamente. (Paolo Brogi)

Fonte: La Nazione