Robur: occhi sull’Udinese – di Filippo Tozzi

Dopo la pausa per gli impegni della nazionale, torna la serie A. Per la Robur, l’immediato futuro si chiama Udinese. Entrambe le squadre sono alla ricerca della prima vittoria in campionato, con gli uomini di Guidolin che stanno tentando di lasciarsi alle spalle il brutto avvio di stagione e l’eliminazione dalla Champions. Come ogni mercoledì, andiamo a scoprire le caratteristiche del prossimo avversario della Robur.

FASE DI POSSESSO

In estate, l’Udinese ha cambiato molto. Se ne sono andati colonne portanti del calibro di Floro Flores, Isla, Asamoah ed Handanovic. Ciononostante, il cuore dell’identità calcistica è rimasto pressoché inalterato, con Guidolin in panchina e la coppia Pinzi-Di Natale a guidare gli altri sul terreno di gioco. Tuttavia, è inevitabile che, con cambiamenti così numerosi ed importanti, ci fosse qualcosa da registrare nel meraviglioso meccanismo del calcio friulano. La fase di possesso rimane comunque degna di nota. I concetti di base sono rimasti costanti, con il movimento continuo di Di Natale in grado da solo di tenere in apprensione un’intera retroguardia. Il centrocampo è il reparto che storicamente segna le fortune dell’Udinese. Quest’anno le corsie saranno nuovamente presidiate da Basta ed Armero, ma nella fascia centrale Pinzi ha due nuove spalle in Lazzari e Williams. Questo genera un naturale periodo di adattamento e rodaggio in cui i tempi per i suggerimenti sulle fasce, o per il taglio verticale degli attaccanti, sono ritardati di quel tanto che basta a rendere la manovra meno fluida. Tornando sul tema degli attaccanti, l’assenza di Muriel penalizza molto i friulani, soprattutto a causa delle innegabili doti atletiche del colombiano. Le sue qualità nell’uno contro uno sono migliori di quelle mostrate fin qui da Fabbrini. L’azzurrino non richiama con costanza un raddoppio di marcatura, permettendo così alla difesa avversaria di prestare più attenzione a Di Natale.

FASE DI NON POSSESSO

I componenti della retroguardia non sono cambiati, e formano uno dei reparti più affidabili dell’intera serie A. Tuttavia, gli avvicendamenti di cui parlavamo in precedenza hanno comunque avuto notevoli ripercussioni sull’intera tenuta di squadra. Contro la Fiorentina, i friulani sono progressivamente arretrati, incapaci di sostenere il forcing viola e di tenere la palla lontano dalla propria area. In particolar modo, le distanze tra centrocampo ed attacco non hanno mostrato quella precisione che ha contraddistinto la creatura di Guidolin nelle ultime e vincenti stagioni. L’ultima gara contro la Juventus è poco significativa, poiché l’espulsione di Brkic ha condizionato in modo irreversibile la gara dal punto di vista tattico. Ciononostante, la sensazione che l’Udinese debba nuovamente imparare a gestire i momenti chiave della gara rimane molto forte. Di solito, l’azione combinata del centrocampista centrale e degli interni di mediana è efficace nella protezione della retroguardia. Eppure, contro Fiorentina e Juventus, il centrocampo friulano ha mostrato una fragilità inedita.

Questa l’analisi tecnico/tattica. Tuttavia, nel calcio la condizione mentale ha un notevole peso. Ecco perché l’Udinese con cui la Robur dovrà fare i conti è molto simile ad una mina vagante. I valori tecnici sono nettamente superiori a quelli del Siena. Ma le partite non si giocano a tavolino. Motivo per cui l’Udinese potrebbe essere vittima di un certo timore nei confronti del risultato. Allo stesso modo, il delicato momento che stanno attraversando potrebbe fornire ai friulani la scintilla per riaccendere la luce del bel gioco visto nelle ultime stagioni. La Robur non dovrà badare a tutto questo, affrontando la gara come se non ci fosse un domani. Con un -5 in classifica, ogni occasione per fare punti deve essere considerata tale indipendentemente dalla forza dell’avversario.

Dal punto di vista tattico, la tenuta del centrocampo sarà fondamentale per pensare di portare a casa un risultato utile. Contro la Samp, i bianconeri hanno abbassato immediatamente il baricentro lasciando spazio ed iniziativa ai blucerchiati. Inoltre, la retroguardia è stata esposta ad una costante pressione per tutti i 90’. Un atteggiamento timoroso potrebbe fornire agli uomini di Gudolin l’occasione per mettere da parte le incertezze e tornare a giocare in tranquillità. A parti invertite, la presenza di Rosina potrebbe rappresentare la chiave per l’accesso all’area friulana. La sua azione tra le linee dell’Udinese, che abbiamo visto non essere spaziate in modo ottimale, rappresenta una delle migliori frecce nella faretra di Cosmi.

Fonte: Fedelissimo online