Robur: occhi sul Palermo – di Filippo Tozzi

Dopo la batosta psicologica derivata dalla sconfitta contro l’Atalanta, la Robur si rituffa nella preparazione di un altro scontro salvezza. Domenica i bianconeri saranno di scena a Palermo contro la squadra di Gasperini. Se si guardano i punti conquistati sul campo, i rosanero sono l’ultima squadra della serie A insieme al Pescara. La verve di Zamparini ha influito sull’ennesima stagione dei siciliani. Partiti con il tandem Perinetti-Sannino, hanno visto avvicendarsi in panchina anche Gasperini e Malesani, nonché Lo Monaco in cabina di regia tecnica. Sconvolgimenti continui nell’ennesima stagione schizofrenica del Palermo che, dati alla mano, ha anche notevolmente indebolito la sua rosa nel mercato estivo. La cronica assenza di certezze ed equilibri è certamente un fattore decisivo quando si parla del Palermo. Tuttavia, i bianconeri non dovranno fidarsi dell’apparente caos in terra siciliana. Il bisogno di punti è estremo, e spesso le squadre in queste condizioni divengono autentiche mine vaganti. Per il momento, comunque, il Palermo rimane una delle peggiori squadre del campionato. Nelle ultime 10 gare, i rosanero hanno raccolto solo 6 punti (ultimo posto in questa speciale classifica abbreviata). Ma scendiamo nel dettaglio ed andiamo ad analizzare le caratteristiche dell’avversario di turno dei bianconeri.

FASE DI POSSESSO

Le molteplici variazioni in panchina hanno influito notevolmente sulla capacità dei rosanero di mettere a punto una manovra affidabile. Non è un caso se i siciliani hanno il secondo peggiore attacco della Serie A con soli 22 gol segnati. Il terreno del Barbera rimane il preferito da Miccoli e soci, che hanno siglato 16 gol sul campo di casa. Nell’ultimo impegno in campionato, Gasperini ha scelto la difesa a tre per il suo Palermo, con le fasce presidiate dai cursori Dossena e  Morganella. Il tridente è simile per conformazione a quello di Iachini, con Fabbrini e Ilicic alle spalle dell’unica punta Boselli. Si tratta della stessa struttura che sarà scelta per affrontare il Siena, anche se le continue variazioni tattiche lasciano sempre un’incognita sulla probabile formazione. Indipendentemente dai dettagli, il Palermo presenta comunque un’anomalia. Nonostante la sterilità offensiva, la produzione di occasioni non è così scarsa come sarebbe lecito attendersi. Per quanto riguarda la classifica dei tiri creati in media a partita, i siciliani occupano la decima posizione (11.4 di cui 4.8 nello specchio). Rimanendo in tema di tendenze, in uno scontro salvezza il primo gol costituisce un vantaggio che va al di là del punto messo a segno. Infatti, in questa stagione il Palermo non perde mai quando riesce a spezzare l’equilibrio nella gare interne. Per 5 volte è andato in vantaggio nelle partite casalinghe ed ha poi raccolto 11 punti frutto di 3 vittorie, 2 pareggi e 0 sconfitte. Nelle rimanenti 6 gare necessarie  completare lo scenario del Barbera, sono stati gli avversari ad andare sullo 0-1. In questi frangenti, i rosanero hanno raccolto solo 2 punti con 4 sconfitte. Parlando dei singoli, il tridente offensivo è certamente il reparto migliore. Miccoli sta accusando notevoli problemi fisici, ma in scontri diretti come quello di domenica può essere colui che si carica la squadra sulle spalle. Un leader capace anche di catalizzare l’energia del pubblico. Per il resto, Fabbrini e Ilicic sono elementi interessanti, ma il loro rendimento rimane troppo altalenante per poterli definire in altro modo.

FASE DI NON POSSESSO

Come tutte le squadre carenti dal punto di vista tecnico, i rosanero hanno come obiettivo primario quello di non subire reti. La disposizione tattica con la difesa a tre si trasforma sempre e comunque in un pacchetto a cinque in fase di non possesso. Nonostante la stazza fisica del trio Garcia-Von Bergen-Munoz, il reparto arretrato rimane assolutamente perforabile. La mancanza di un equilibrio tattico duraturo produce anche scollamenti nell’assetto sul campo, andando ad acuire le criticità già presenti. Non a caso, infatti, il Palermo è la terza squadra della Serie A per falli commessi di media a partita (25).

Se queste sono le caratteristiche dell’avversario di turno, il destino di Palermo-Siena dipenderà anche da altri due fattori. Il primo è l’interpretazione della gara. Entrambe le squadre verosimilmente  schierate con il tridente e con reparti difensivi composti da tre uomini. Accettare il 3 contro 3 oppure ricorrere ad aggiustamenti cautelativi? Poiché sono i rosanero ad essere padroni di casa, tutto lascerebbe ipotizzare un Palermo volenteroso di comandare le operazioni. Tuttavia, con l’equilibrio in classifica e l’estremo bisogno di punti, entrambi gli allenatori vorranno evitare di concedere anche solo pochi spazi. Una patita di nervi, e non solo di gambe. Rimanendo in tema di psicologia, nel post-partita di domenica scorsa Iachini non ha chiarito in che modo la Robur possa mettersi al riparo dagli influssi negativi della pressione. Una soluzione che dovrà essere trovata al più presto per non lasciare sul terreno altri punti preziosi. Per aumentare la motivazione, i bianconeri potrebbero fare leva sulla memoria storica. Il Siena non riesce a violare la porta avversaria al Barbera dal 20 gennaio 2008 (Palermo-Siena 2-3). Andarono in gol Locatelli, Maccarone e Loria al 33’st, che rimane l’ultimo marcatore bianconero nel capoluogo siciliano. Un gol che proiettò la Robur di Beretta fuori dalla zona retrocessione per la prima volta nell’anno solare 2008. L’augurio è che la storia possa ripetersi.