RECCHI, GIOVANISSIMI NAZIONALI: STIAMO LAVORANDO PER LA ROBUR DEL FUTURO

Valeriano Recchi, classe 1970, di calcio ne ha masticato abbastanza e si è avvicinato al mondo dei più piccoli, la passata stagione, quando faceva il coordinatore tecnico al Foligno, in serie C1. Quest’anno è approdato sulla panchina dei Giovanissimi Nazionali bianconeri che esordiranno in campionato all’Antistadio Liberati di Terni domenica alle 15: una nuova avventura, per lui, dal sapore praticamente sconosciuto.
Anche per i trascorsi da calciatore, ciò che cerca di insegnare ai ragazzi è il sapersi divertire, che a quattordici anni, si è troppo giovani per inseguire solo un risultato. “Se pure vinciamo dico sempre loro di giocare, non me la sentirei di spingerli a perder tempo…”. Ecco il suo credo. Vuol vederli in campo con educazione e nel rispetto delle regole, anche se con i genitori che si scannano alla rete non è sempre facile. “Troppo spesso quando un ragazzo torna a casa la domanda che gli vien fatta dai suoi è: ‘Avete vinto o avete perso?’ Quando la domanda giusta sarebbe: ‘Ti sei divertito?’”. Consapevole che è questo il momento in cui la personalità di un calciatore si forma, Recchi, cerca quindi di trovare il giusto equilibrio tra divertimento e professionismo. “Non è così difficile – spiega il mister – , perché i miei ragazzi sono molto predisposti al lavoro. Il nostro compito è quello di rendere gli allenamenti seri e allegri allo stesso tempo, cercando di variare il più possibile le esercitazioni, per mantenere sempre alto il livello di attenzione. Di sacrifici questi ragazzi ne devono far tanti: seguono le stesse regole dei professionisti, hanno orari e sedute dure. Il gruppo, comunque, sta rispondendo bene”. Un gruppo che potrebbe rappresentare il futuro della Robur… “Al di là del risultato – spiega Recchi – , il nostro primo obiettivo è quello di creare dei giovani campioni che possano pian pian piano arrivare alla Primavera e magari, chissà, alla prima squadra. E’ difficile dire adesso se uno di loro potrà farcela: hanno in media quattordici anni e le influenze che riceveranno saranno tante e imprevedibili. Ma se uno ha il tocco giusto, è bravo tecnicamente e possiede le caratteristiche che servono per sfondare si vede già”. “I miei sono quasi tutti dei classe 1995 – prosegue il mister bianconero –, sono per lo più toscani, con otto-nove elementi che vengono dall’Umbria, dall’Abruzzo, dalla Calabria e dalla Sicilia. In più si preparano con noi dei ’96, che giocano nel campionato Regionale”.
Quando si parla di settore giovanile, un riferimento alla mancanza di un centro sportivo è d’obbligo. “La necessità si avverte non tanto nel lavoro settimanale – dichiara Recchi –: abbiamo un ottimo staff tecnico, con un preparatore atletico e dei portieri. E’ più per un senso di appartenenza. Questi ragazzi avrebbero bisogno di respirare l’aria della serie A, per adesso riescono a viverla solo in parte”. Nell’attesa… “Chiusasi da poco la fase dei ritiri – dice –, verranno fatte delle riunioni tra noi tecnici e tra i preparatori atletici per avere continuità: vogliamo muoverci per obiettivi, a seconda delle fasce d’età”. Infine, a chi non lo conoscesse, Valeriano Recchi si presenta: “Come calciatore ho iniziato a livelli molto molto bassi, nei dilettanti – conclude –. Ho fatto dodici anni nei professionisti vestendo tra le altre maglie quella del Catania, dell’Arezzo e del Montevarchi. Alleno da quattro stagioni: sono partito dall’Eccellenza umbra, al Deruta, poi ho fatto il secondo a Bisoli in C1 al Foligno, del quale poi sono diventato coordinatore tecnico. Dopo l’esonero di due allenatori, sono stato chiamato alla guida della squadra con Pizzimenti: sono stato in panchina nelle ultime ultime cinque partite e nei play out: ci siamo salvati contro la Pistoiese. A Siena ero già stato da avversario, quando giocavo nell’Arezzo di Cosmi. Quell’anno il Siena, con Sala, centrò la promozione…”. (Angela Gorellini)

Fonte: Fedelissimo on line