Rassegna stampa – La Nazione: Mulinacci: «La proprietà? Zero fiducia»
Ha «tanti dubbi» Lorenzo Mulinacci sul «futuro della Robur a medio e a lungo termine». Il presidente del Siena Club Fedelissimi, appena iniziato il nuovo anno, e il campionato ancora alle prese con il Covid, fa il suo punto della situazione, tra bilanci e umili aspettative. Cosa pensa del momento? «Mi sembra di rivivere quello che è successo un anno fa, anche se in una categoria diversa. Dentro la società vivono anime che hanno idee, sia dal punto di vista sportivo che imprenditoriale, differenti e questo non può che essere controproducente. E’ passato un anno è mezzo dal giorno dell’insediamento, non tanto ma abbastanza per dare un giudizio e il mio giudizio è pessimo. A parte la promozione comprata sono stati fatti soltanto disastri. Ho zero fiducia in questa proprietà prima se ne va meglio è». Che cosa le fa più male? «A parte la mancata vittoria del campionato l’anno scorso, il fatto che questa società non abbia né programmazione né pazienza: sono cambiati sette-otto allenatori, tre direttori sportivi, gli organigrammi societari e siamo al solito punto… Spendere non significa vincere. Ci vogliono programmi, appunto. Dopo il ripescaggio non si sono viste né forza, né idee. L’ esonero di Gilardino poteva essere deciso solo in un’ottica: migliorare il quarto posto. Ed è arrivato Maddaloni… E’ stato interrotto il rapporto con Perinetti, del quale non sono contento ma che ci può stare, e vengono presi Trabucchi e Cannella?». L’arrivo in panchina di Padalino? «E’ un allenatore che ci può stare. Ma al di là di chi è alla guida, la squadra dovrà scendere in campo, ogni volta, con un solo, unico, obiettivo: salvarsi». Cosa si aspetta dal mercato? «Poco o niente. Non credo che ci saranno grosse rivoluzioni. In fase di presentazione il dg Trabucchi ha dichiarato che la priorità sono le cessioni. Ma immagino che il compito non sia semplice, per quei giocatori che nel girone di andata non hanno fatto benissimo, un po’ avanti negli anni e con contratti importanti. E ho il timore che possano entrare nel mirino di altre società calciatori come Pezzella, Disanto o Favalli…». Una eventuale chiusura degli stadi? «Sarebbe un controsenso con la possibilità, per esempio, di andare in 100 a cena… In ogni caso in serie C sono poche le società che contano più di 1000 spettatori. Basterebbe rispettare le regole, rimanere distanziati, con la mascherina… Ma nessuno lo fa, quindi la chiusura è un’opzione che ci può stare» (Angela Gorellini)
Fonte: La Nazione