Rassegna Stampa – La Nazione: La Robur non esiste più. Servono sentenze rapide

Letterine di Babbo Natale lo scorso inverno. Adesso giardinieri da stadio piombati chissà da da dove e pronti ad alzare il pollice per dirci che va tutto bene, ma anche scrittori di minacciosi comunicati dove si dichiara guerra infinita a tutto e tutti. Non solo. Potevano mancare poeti improvvisati e spiritosi pronti a canzonare il Comune in rima? Sembra di vivere nel mondo delle favole, quasi storditi da eventi incredibili e assurdi. Invece la realtà è brutale. Il Siena non esiste più, mentre quelli che gli ottimisti vedono come futuri avversari in Serie D oggi iniziano la loro preparazione. Loro, nella fattispecie Poggibonsi e Pianese, sono pronte alla nuova stagione, con società, staff, squadra e certezze. Alla nostra Robur non è rimasto niente, nemmeno un campo decadente e spelacchiato, almeno fino a quando arriverà l’ultima sentenza. Eh già, ricorsi e sentenze. Eccoli gli unici argomenti che ad ora hanno una valenza nell’estate forse più brutta dal 1904 ad oggi. La lentezza nel prendere decisioni da parte degli organi preposti fa il gioco chi si diverte a ricorrere contro qualsiasi cosa senza uno straccio di ragione, senza nulla a cui appigliarsi, con il solo scopo di allungare i tempi e quindi punire i tifosi bianconeri, il Comune che è sceso in campo e comunque una città intera. Purtroppo chi deve decidere ha il brutto vizio di prendere tempo, di andarci piano, di evitare qualsiasi rischio a livello legale. C’è quasi la difficoltà di distinguere tra buoni e cattivi, tanta è la cautela anche quando le carte sotto tutte sul tavolo, perfettamente e oggettivamente leggibili. La Figc deve prendere la propria decisione senza indugiare oltre, deve dare la possibilità ad una società di ripartire, purtroppo per la terza volta in pochi anni, da quella serie D la cui Lega è chiamata ad accogliere la richiesta vera di una città, senza considerare nessun altro.L’unica cosa a parziale consolazione è che alla fine, dopo la valanga di ricorsi presentati e puntualmente respinti, sarà possibile tagliare via i rami secchi e provare a ricominciare per l’ennesima volta. Magari per vedere questo scenario servirà più tempo, magari sconfineremo nel mese di settembre ma alla fine questa barzelletta-incubo avrà la sua fine. Sarà però difficile dimenticare quanto successo, anche se Siena e i suoi tifosi hanno dato una grande lezione di civiltà, visto che in altre piazze, probabilmente non sarebbe filato tutti così liscio.Una volta chiusa l’attuale vicenda sarà il momento di ripartire e qui andranno fatte scelte importanti, anzi fondamentali. C’è bisogno di solidità, c’è bisogno di investimenti, c’è bisogno di un progetto vero e credibile a lungo tempo. Ben venga dunque chi risponde a queste caratteristiche e resti pure a casa chi vede nella Robur solo un’occasione per il suo tornaconto personale. (Paolo Brogi)

Fonte: La Nazione