Quella volta che Dani Alves fu ad un passo dal Siena
Quello delle sliding doors è un tema ricorrente nel mondo del calcio e spesso ha portato a chiedersi cosa sarebbe successo se un certo evento fosse accaduto in un modo piuttosto che nell’altro. Il calciomercato, in modo particolare, ha abituato a storie di questo tipo, tra trasferimenti andati in porto o saltati per una questione di dettagli. Un caso analogo a quest’ultimo ha visto protagonista anche la Robur, che venti anni fa andò vicina ad accaparrarsi uno di più grandi talenti che il calcio mondiale ha messo in vetrina negli anni a seguire. Il calciatore in questione è Daniel Alves Da Silva, conosciuto semplicemente come Dani Alves, che con i suoi 44 trofei vinti in carriera è riconosciuto come il giocatore più titolato della storia del calcio. Tra le tante affermazioni, il terzino brasiliano è stato capace di vincere per ben tre volte la Champions League con il Barcellona, mentre con la nazionale verdeoro ha alzato in due occasioni la Coppa America oltre ad aver vinto anche l’oro olimpico a Tokyo.
Dani Alves ha militato per una stagione anche in Italia, alla Juventus, ma tanti anni prima – nel lontano 2002 – le sue strade stavano per incrociarsi con quelle della Robur. A raccontare il retroscena è Stefano Cionini, agente calcistico specializzato nei trasferimenti dal Sudamerica, che in passato si era occupato anche delle trattative per l’arrivo in Italia di due ex bianconeri come Pinga e Taddei. Intervistato dalla testata specializzata Grandhotelcalciomercato.com di Gianluca Di Marzio, Cionini svela tutti i segreti di quel trasferimento andato ad un passo dal concretizzarsi, partendo dal racconto del Torneo di Tolone di quell’anno: “Lo vinse il Brasile, con una squadra classe 1980-1981 da far paura: c’erano Adriano, Robinho e il ‘mio’ Pinga, che venne premiato come migliore del torneo facendo un gol pazzesco in finale proprio contro l’Italia. In quella squadra c’era anche Dani Alves”.
È proprio Pinga il collegamento tra Dani Alves e il Siena. “Nell’autunno del 2001 avevo insistito per portare Pinga al Siena. C’erano problemi a Torino, non giocava e gli volevo dare continuità. Così rinunciammo alla Serie A per trasferirci in B. L’impresa era disperata – racconta Cionini – i toscani erano ultimi, ma Pinga fu protagonista e riuscì a far salvare quella squadra”. Le prestazioni con la maglia della Robur gli valsero la chiamata al torneo di Tolone. “Durante il torneo, Pinga mi disse in maniera molto chiara: ‘Fai in modo di portare Dani Alves in Italia’. Così mi attivai, e ne parlai con il Siena”.
All’epoca la Robur era molto attenta al mercato estero: “Mi mandarono in Brasile per tesserare tre giocatori: Taddei, Diego Tardelli Martins e proprio Alves. Ero andato anche a casa di Dani. Era una famiglia umilissima che viveva nella periferia di Salvador. Dani mi presentò alla madre come un pazzo, perché gli avevo detto che avrebbe avuto una grande carriera da calciatore…”. Dei tre giocatori brasiliani, l’unico ad arrivare a Siena fu Taddei, mentre Dani Alves finì al Siviglia: “Quell’estate, di colpo, la Figc nella persona di Carraro decise di bloccare il trasferimento degli extracomunitari per i giocatori di Serie B, con l’intenzione di valorizzare i settori giovanili italiani. Di fatto, se ne poteva tesserare uno solo, e De Luca decise di puntare su Taddei, perché aveva già giocato nel Palmeiras e sembrava più esperto degli altri due, che erano più giovani e sembravano davvero ancora dei ragazzini. Il rammarico – conclude Cionini –è forte, anche perché mi ero speso molto, soprattutto per Alves, a cui avevo fatto molta pubblicità. E non a caso, alla fine, in Europa ci è arrivato lo stesso”.
Fonte: Fol – Foto del contratto tratta da GrandHotelCalciomercato.com