….quel che resta della Robur….
E poi arriva la vigilia della partita, l’attesa che va scemando man mano che ci si avvicina al momento. Quante volte abbiamo vissuto questo momento con la gioia di dichi vive la propria passione? Tante, tantissime. Domani il Siena scenderà in campo contro il Gubbio, una squadra importante che non farà sconti, una sfida di quelle che, in altre situazioni avrebbe scatenato la voglia di esserci e di vivere l’avvenimento al massimo. Ma non sarà così, ormai tutti sappiamo che se non cambia qualcosa – o meglio tutto – il futuro sarà nerissimo. Quel che rimane di credibile del Siena scenderà in campo domani sera, una squadra frastornata che ha cercato fin che ce l’ha fatta a reggere botta, ma che nelle ultime settimane ha dimostrato di aver perso quella serenità che era alla base dell’inizio di stagione. Sono pagati, hanno riscosso, quindi facciano i professionisti, si, siamo perfettamente d’accordo, ma pensare e credere che l’entusiasmo e la concentrazione di chi scende in campo si attivi pigiando un bottone è quanto meno forzato. I giocatori e l’allenatore hanno le loro colpe, ci mancherebbe, ma loro, come noi appassionati, stanno subendo i contraccolpi di una gestione illogica e senza un minimo di programmazione che ha il suo principale responsabile in Emiliano Montanari. Ma non solo, perché qui si apre un altro capitolo, anzi si torna alle prime pagine di questa storia triste iniziata nel giugno del 2022: da chi, come e perché è stato scelto l’ingegnere romano. Le ipotesi sono tante e ognuno ha la sua, di sicuro c’è che una scelta peggiore non poteva essere fatta, ma se è stato compiuto questo passo, un motivo, a noi sconosciuto, c’è stato sicuramente. Rimane solo la speranza che chi l’ha voluto abbia in mano qualche carta per rimediare al danno compiuto, subito, perché tra qualche giorno potrebbe essere troppo tardi.
E domani sotto con il Gubbio, con lo spirito che ci possiamo permettere, ma con l’appello alla squadra di scendere in campo per onorare quella maglia gloriosa che merita il rispetto di tutti, quello che tanti, troppi, non gli hanno portato negli ultimi tempi. (Nicnat)
Fonte: FOL