Quando il gioco vale la candela

Sempre più consapevoli dell’importanza che assume questo campionato sulle ambizioni future della Robur e pressoché all’oscuro su quale sarà la strategia della società sul mercato, ritorniamo sull’argomento già trattato nei giorni precedenti, facendo un passo indietro, un salto di 12 mesi che, ci induce ad una riflessione.

Il primo gennaio 2010, giusto un anno fa, il Siena era ancora in serie A e la classifica la vedeva all’ultimo posto, con 12 punti, insieme al Catania.

Mancavano ancora pochi giorni all’insediamento della nuova proprietà, atto ufficializzato nella notte del 14 gennaio 2010 a Roma, dopo una lunga e snervante trattativa.

Alla chiusura del mercato mancavano ancora 17 giorni e tutti gli sportivi si aspettavano nuovi importanti arrivi per cercare di imporre una netta inversione di marcia che avesse consentito una salvezza difficile, ma ancora possibile, come il Catania con un mercato importante, ha dimostrato.

Fatto sta che per i tempi ristretti, per il cambio dell’assetto societario proprio a metà del calciomercato e per tutta quella serie di dinamiche che in questi casi si attivano, dopo un incredibile tourbillon di nomi, dopo aver inseguito senza successo il ritorno di Daniele Portanova, dopo i rifiuti di molti giocatori, arrivarono Tziolis,  Pratali e prima di loro Cribari.

Non erano loro che potevano cambiare il destino della Robur tant’è che, dopo una lenta agonia, il Siena lascia, dopo sette anni, la massima serie.

Quest’anno la situazione è diversa perché la Robur è una buona squadra, perché è ben piazzata in classifica, perché c’è una società che ha investito per un pronto ritorno in serie A, perché ha un allenatore vincente e mai domo e un direttore sportivo che in molti ci invidiano, da Treviso a…..Palermo.

E allora qual è il problema? Semplice, non lasciare niente di intentato per raggiungere l’obiettivo.

La posta in palio è troppo importante ed è superfluo ripeterne i motivi, talmente importante che merita, secondo il nostro parere e quello di molti tifosi bianconeri, un ulteriore sforzo, quello che non è stato possibile compiere nel gennaio 2010.

Se un anno fa l’impresa era quasi impossibile, quest’anno non è così e aumentare le già concrete possibilità di tornare in serie A, è un gioco che vale sicuramente la candela.

Abbiamo già detto che la nostra è solo una riflessione, niente di più ma siamo certi che, dopo un anno di esperienza, anche la società farà o avrà già fatto. Centrare l’obiettivo è troppo importante, lo sanno anche i piccioni di piazza e noi confidiamo molto sull’attuale menagement societario che ha dimostrato di volere, come noi, il ritorno nella massima serie.  (nn)

Fonte: Fedelissimo Online