Panariello: “Il Siena ai playoff difficilmente potrà avere un ruolo importante”
“Carrara è il campo e l’ambiente più difficile in Toscana, se non ci vai preparato mentalmente ti travolgono. La tifoseria riesce a dare l’impronta a una squadra che ha una cattiveria incredibile. Il Siena si è fatto trovare impreparato. Pagliuca voleva sfruttare la superiorità numerica col mediano basso a centrocampo ma non c’è riuscito, ha sofferto tanto gli esterni della Carrarese”. Così Aniello Panariello, ex difensore bianconero oggi in forza al Badesse, ospite di Studio Robur Live su Canale 3.
Siena – “È una squadra da metà classifica, non ha i mezzi e i giocatori per fare qualcosa in più. Il reparto offensivo si basa solo su Disanto e Paloschi. Il reparto difensivo comunque ha esperienza, su tutti Crescenzi, anche se ha perso molto con Silvestri, che conosco avendoci giocato insieme e contro. Il Siena i playoff penso li farà, ma difficilmente avrà un ruolo importante perché devi giocare sempre per vincere, e il Siena ne ha vinte undici finora”.
Fermana – “Deve essere la partita del riscatto, per poter avere quella fiducia utile nei playoff. È alla portata del Siena, ma la Fermana ha motivazione per chiudere il discorso salvezza”.
Problemi societari – “Il pensiero di un giocatore è: questo mese riscuoterò? La società ce la fa a garantire lo stipendio fino a fine anno? Se c’è questo dubbio, il calciatore ne risente. Lo stesso vale per i servizi dati durante la settimana. Se c’è organizzazione, se si sente coccolato, se si sente davvero un professionista, potrà dare di più”.
Nomi illustri – “Il tifoso sa che è difficile vincere il campionato, però vuole divertirsi, vedere gol, giocatori forti. E di giocatori forti ne sono passati. Ciurria, Aramu, Gerli capitano del Modena”.
Futuro – “Da Ponte alla Durio, negli ultimi anni si è parlato più degli aspetti societari che di calcio. C’è bisogno di una proprietà seria che abbia voglia di investire, non per forza cifre astronomiche. Serve un progetto e una continuità, anche una decina di anni”. (Giuseppe Ingrosso)
Fonte: Fol