Ore di ansia, ma anche di fiducia e speranza

Ancora qualche ora e poi si saprà di più sul futuro della Robur. La decisione del TAR del Lazio è attesa con apprensione, ma anche con tanta speranza. Siena e i tifosi bianconeri hanno voglia di ricominciare, ma soprattutto di dimenticare il periodo più buio della storia bianconera, quello iniziato con l’arrivo degli armeni e concluso, speriamo, con l’allontanamento del peggiore, di colui che ci ha fatto male più di tutti, che ha cercato di cancellare una storia più che centenaria. Sì, ci ha fatto male e tanto, ma se i giudici chiamati a pronunciarsi si atterranno alle carte e ai fatti, per il padrone di ACR Siena non ci dovrebbe essere scampo. È difficile pensare che la sentenza possa essere diversa da quella che tutti, ci aspettiamo e ancora di più che la FIGC conceda una benché minima possibilità a chi ha creato tanti problemi al Siena e alla stessa federazione. Il calcio ha regole a volte opinabili, ma dal momento che ne entri a farne parte, conoscendole, ci deve essere il rispetto delle stesse, cosa che nel caso di ACR Siena non c’è mai stato. Sicuramente nel caso molto probabile e soprattutto auspicabile di una sentenza a lui sfavorevole, chi detiene  (speriamo ancora per poco) il titolo sportivo procederà in un ulteriore ricorso, quello al Consiglio di Stato, ma Gravina e il Consiglio federale, non potranno più rimanere immobili e dovranno dare il via libera al Siena FC. Non è immaginabile, seguendo una logica giuridica, un’alternativa diversa, sarebbe uno scandalo che minerebbe la stessa Federazione che da parte sua non sta attraversando un momento brillante. La speranza di liberarsi del peggior presidente della storia bianconera non è campata in aria e questo al di là delle tante ipotesi che si sentono in giro. Speranza e fiducia accompagneranno queste ore che ci separano dalla sentenza del TAR, poi se l’acqua andrà per i suoi fossi, si inizierà a parlare di calcio, di allenatori, giocatori e avversari. I tifosi e la città hanno subito un brutto colpo, ma la storia rimane e tutti sono pronti a recitare la propria parte per alzare la testa e ripartire lasciandosi alle spalle il peggio del peggio. Incrociamo le dita. (Nicnat)

Fonte: FOL