Non è un problema di categoria, ma di solidità. Nel frattempo Gravina completi l’opera

Tutto è ancora fermo, si aspetta il via libera della FIGC per ripartire per la terza volta in nove anni e il tema più discusso tra i tifosi è già quello della categoria. Sì, non ci sono dubbi, la Serie D sarebbe più gradita, ma quello che conta veramente è la solidità e l’affidabilità del nuovo progetto. Dal 1904 al 2014, ben 110 anni, la Robur non era mai fallita, negli ultimi nove ci siamo abbondantemente “rifatti”, con modalità e genesi diverse, ma il risultato non cambia. La vera scelta, difficile, che dovrà fare l’attuale amministrazione comunale è proprio questa, dare il via ad un progetto la cui caratteristica principale dovrà essere la sostenibilità nel tempo. In questo senso abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni da Nicoletta Fabio, non sarà facile, ma questo dovrà essere l’obiettivo primario.

Nel frattempo dobbiamo cacciare il “tiranno” e qui entra pesantemente in campo Gravina e il Consiglio Federale.

La FIGC, con la revoca della licenza e lo svincolo dei tesserati, ha fatto un importante passo in questo senso. Scegliendo la strada indicata dalle due sentenze emesse dai tribunali sportivi, ha scelto, legittimamente, di fregarsene del percorso della giustizia amministrativa, non certo per mancanza di rispetto, ma solo perché ha la certezza che nessun tribunale potrà mai ribaltare quanto deciso dal Collegio di Garanzia del Coni che ha escluso la società di Montanari per sette gravi inadempienze. Presidente Gravina, vada avanti, segua la strada già intrapresa e revochi al più presto l’affiliazione ad ACR Siena. Lo può fare, lo deve fare, non solo nell’interesse di tutta la città di Siena, ma anche per la credibilità del calcio italiano.  (Nicnat)

Fonte: FOL