NASCE IL SIENA S.P.A.
Siamo di nuovo in serie C. Beneforti e Mannucci decidono di confermare la squadra che ha fatto meraviglie nel precedente campionato ed i ragazzi li ripagano, raggiungendo con largo anticipo una tranquilla salvezza e piazzandosi ad un piu’ che onorevole 8° posto. I problemi li abbiamo, invece, dal punto di vista societario. Le spese affrontate per riportare il Siena in C hanno lasciato il segno nelle casse bianconere e, nonostante i ripetuti appelli alle forze economiche e sociali della città, soldi “freschi” non se ne trovano. Il Siena Club Fedelissimi lancia l’idea di coinvolgere maggiormente il tessuto sociale intorno alle vicende della Robur tramite la trasformazione della società in una S.p.A. Purtroppo i vertici societari non approvano e tutto resta come prima. Così affrontiamo il secondo campionato di C con una precaria situazione economica. C’è anche da fare i conti con il fatto che le retrocessioni saranno ben 6, vista la ristrutturazione del campionato che prevede la scissione in serie C1 e C2. Il clima di incertezza societario e gli infortuni dei due pilastri Pazzaglia e Giovanardi, spingono il Siena nei bassifondi della classifica. Per esigenze di bilancio, la societa’ cede il bomber Ferranti all’Irpinia durante il mercato novembrino. E’ la goccia che fa traboccare il vaso. Squadra e societa’ vengono investite da una violenta contestazione, di cui fa le spese il tecnico Mannucci, che viene sostituito ancora da Monguzzi. Anche Beneforti si dice pronto a lasciare il vertice della società ad una Finanzaria costituitasi allo scopo di rilevare il Siena. Purtroppo l’accordo e’ molto lontano, in quanto il presidente non vuole rimetterci troppo e la Finanziaria non vuole accollarsi debiti contratti da altri. Intanto Monguzzi lotta con tutte le sue forze per salvare la squadra, ma alla fine due punti separeranno il Siena dalla zona salvezza. La Robur retrocede in C2 e Beneforti si dimette insieme al Consiglio Direttivo, mossa che dovrebbe agevolare il subentro della Finanziaria. Infatti il 30 agosto 1978, a pochi giorni dall’inizio del campionato, Corrado Vanni, esponente della Finanziaria, viene eletto Commissario Straordinario dell’A. C. Siena. La Robur sembra uscire da un lungo e buio tunnel. Come allenatore viene scelto Mario Mazzoni, ex giocatore bianconero ed ex mago delle giovanili della Fiorentina. Arrivano anche tanti giocatori: Turla, Scotto, Bettelli,, Pinchi, Bartolini, Tognarelli, Gualandri, Tosoni si uniscono ai confermati Pazzaglia, De Filippis, Simoni, Notari e Noccioli e alla fine arriva anche Emiliano Macchi, centravanti di grido. Il Siena gioca alla grande, Turla macina chilometri e Pazzaglia ne mette dentro a manciate. Quando tutto sembra andare per il verso giusto, il mister Mazzoni crolla sotto il peso di una situazione societaria ancora non ben definita e dell’imperativo di non dover sbagliare mai niente. Si vede costretto a passare la mano al vecchio Monguzzi, che ancora una volta si fa trovare pronto. Ma non al punto di far recuperare al Siena i pochi punti che la distanziano dalla vetta. Per vincere i campionati serve soprattutto una societa’ alle spalle che il Siena ancora non ha. Infatti nella primavera del 1979, dopo estenuanti trattative con il Monte dei Paschi ed i vertici cittadini, la Finanziaria fa sapere che non esistono le condizioni per l’insediamento e dichiara forfait, pur garantendo al Siena la conclusione del campionato. La Robur ripiomba nel buio, dal quale la risolleva l’indimenticato Danilo Nannini, che il 9 aprile 1979 viene eletto Commissario Straordinario. Ottavio Bianchi si assume l’onere di condurre la squadra al termine del campionato, portando a casa un’anonima posizione di mezza classifica. Per il campionato 1979-80 Siena regala al dott. Nannini la cifra record di 1.200 abbonati, segno dell’attesa di una svolta, di un’annata che permetta di levarsi delle soddisfazioni. Ed iniezione di fiducia per il Presidentissimo, che chiama Idilio Cei, ex portiere bianconero, alla guida della squadra e la rinforza con fior di giocatori. Arrivano il portiere Nando Orsi, che da Siena spicchera’ il volo per la serie A, De Rossi, Doveri, Giorli e Mannarelli, un torellino che buttera’ la palla nel sacco svariate volte. La squadra e’ indicata da tutti come la favorita del torneo, ma questo alla lunga finirà per penalizzarla. Nannini lavora anche sul fronte societario alla costituzione della S.p.A., avendo in mente un azionariato popolare con 10.000 azioni da 50.000 lire cadauna. L’idea piace e in men che non si dica vengono sottoscritte 3.000 azioni. Il 27 marzo del 1980 un’affollata assemblea approva alcune modifiche allo statuto che trasforma l’A. C. Siena in una S.p.A. E’ un esempio unico in Italia, che pero’ ha fatto le fortune di società straniere quali Barcellona e Real Madrid. La crisi del Siena, iniziata nell’ottobre 1976, vede finalmente apporre la parola fine, con l’immensa soddisfazione di tutti coloro che avevano creduto nella S.p.A. fin dall’inizio. L’assemblea di fine giugno elegge presidente Nannini, che si mette subito all’opera per la costituzione della squadra. Idilio Cei non viene riconfermato e lascia la panchina a Giorgio Bravi. Dalla Roma arrivano anche Budoni, Cini e Foglietti. Arriva anche Paolino Stringara e Lupini e Luconi affiancano Foglietti in prima linea. La squadra gioca bene ma concretizza poco. Una sconfitta e qualche pareggio di troppo fanno perdere la panca a Giorgio Bravi, sostituito da Costanzo Balleri detto “Lupo”. Il quale sa di calcio come pochi! Aggiusta la difesa, rafforza il centrocampo con Manari e Vichi e si danna per la scarsa “produttività” dei bomber Lupini e Luconi. Così quando Latina e Casertana spingono un po’ sull’acceleratore la Robur non ce la fa a reggere il ritmo. Si resta in C2 e Nannini cerca di dare una scossa all’ambiente annunciando le sue dimissioni. Gli subentra Ennio Regoli, collaboratore del Dottore, che porta avanti una nuova linea. Il Siena rinuncia ai cosiddetti senatori, che costano troppo, e inizia a portare avanti la strada verde dei giovani