Narduzzo: “Siena mi è rimasta nel cuore, ora sto progettando un’esperienza all’estero”
Dopo un campionato da protagonista con la maglia bianconera, Davide Narduzzo aveva scelto di ricominciare dal Rieti per dare seguito a quanto di buono fatto nelle ultime stagioni. L’avventura in terra laziale non è andata però secondo le aspettative e si è conclusa anzitempo: “La società ha avuto diversi problemi. Non me la sono sentita di proseguire, non c’era più la possibilità di farlo in maniera tranquilla e quindi ho rescisso il contratto a metà dicembre”. In attesa di trovare una nuova sistemazione, l’ex portiere bianconero è intervenuto ai nostri microfoni per ripercorrere il suo anno con la maglia della Robur e non solo.
Davide, l’esperienza con il Siena è sopraggiunta in un momento importante della tua carriera.
“Dopo aver vinto il campionato con la Reggiana mi sono guardato intorno per vedere se ci fosse qualcosa di appetibile. Quella del Siena era la prima offerta che avevo ricevuto, e decisi di venire a prescindere dalla categoria. Mi era sempre piaciuta come piazza”.
Il primo scorcio di stagione era andato tutto sommato bene.
“Non avevamo giocato tante partite perché il Covid ci aveva costretto a stare fermi per parecchio, però eravamo lì. Si può dire che fino a quel momento il bilancio era stato positivo, considerando la partenza in ritardo e le difficoltà del campionato”.
Ad inizio 2021 matura la separazione da Gilardino. Dall’interno vi sareste mai aspettati una simile decisione?
“È stata una scelta della società, che forse esigeva subito la prima posizione e una vittoria secca del campionato. Ma nei campionati minori, soprattutto dopo una partenza in ritardo, non è facile mettere insieme una squadra competitiva da subito. L’esonero del mister ci è dispiaciuto moltissimo, però da una proprietà straniera ci si può aspettare che abbiano idee diverse”.
A stretto giro di posta si insediano i tecnici dell’est Europa, una parentesi infelice per tanti motivi. Che momenti sono stati?
“Dico solo che c’erano delle problematiche di vario genere, una su tutte la lingua, oltre al fatto che il campionato di Serie D non è così semplice. Ci sono tante regole, a partire da quelle sugli under. Inseriti in quel contesto non è stato facile neanche per loro, che comunque non hanno mai fatto mancare l’impegno. Ci sono stati dei fraintendimenti, anche sul quotidiano, e questo ha fatto sì che il risultato fosse un disastro sotto l’aspetto sportivo”.
Dopo il ritorno di Gilardino, invece, la squadra inizialmente riesce a risalire la china. Credevate sempre possibile il raggiungimento del primo posto?
“Se un giocatore viene a Siena in D non pensa mai di fare un campionato di medio-bassa classifica, pensi sempre a vincere. Il mister cercava di trasmetterci serenità. Quando è tornato siamo andati un po’ sulle ali dell’entusiasmo, lui era carico come una molla e anche per noi fu un’iniezione di fiducia. Però c’erano squadre che per la categoria, a livello di campo, erano forse più attrezzate di noi”.
È a Montespaccato che forse i sogni svaniscono definitivamente?
“Quella fu una sconfitta importante, ma ce ne sono state altre che hanno fatto sì che venissero fuori tutti i limiti della nostra squadra. Il campionato è andato a chi lo ha meritato”.
La vittoria di Piancastagnaio risulterà invece essere uno spartiacque decisivo per il futuro del Siena.
“La società ci aveva fatto capire che i playoff andavano raggiunti ad ogni costo, per noi quella partita era come una finale scudetto. Sapevamo che per tutta una serie di motivi ci sarebbero state ottime possibilità di ripescaggio, come infatti è avvenuto”.
Un peccato che il cammino ai playoff si interrompa subito. Potevate fare qualcosa di più?
“Diciamo che quella di Trastevere è stata una partita particolare, loro hanno vinto allo scadere grazie a errori nostri. Per noi era comunque una gara sentita, cercammo di dare il massimo come sempre. Ricordo che molti giocatori erano in lacrime nello spogliatoio. Dopo tutto quello che era successo, vincere i playoff non dico sarebbe stata una riscossa, ma avrebbe fatto sicuramente piacere a tutti”.
Qualche rimpianto di come è andata la stagione?
“No, con il gruppo e negli allenamenti so perfettamente di aver dato il 100% ogni singolo giorno. E anche fuori dal campo avevo sposato appieno la causa Siena”.
Cosa ricordi invece più piacevolmente?
“A livello personale ci sono partite che ricordo con più piacere rispetto ad altre, ma penso sia stato un anno di crescita in generale. Siena la porto nel cuore per una serie di motivi, è stata un’esperienza molto positiva. Tra l’altro continuo a sentirmi con Ezio (Targi, ndr), oltre a Farcas, Guberti, Bani e altri ragazzi”.
L’estate scorsa, invece, la scelta del Siena per il ruolo di portiere ricade su un under. Nemmeno dopo il ripescaggio si è riaperta una porta per una tua conferma?
“Perinetti mi disse che in caso di Serie D sarebbero partiti con l’under, e io presi atto delle scelte tecniche. Poi però furono loro, senza che io dicessi niente, a tenermi una porta aperta in caso di ripescaggio. Dopo sono state fatte altre scelte a livello tecnico, sulle quali non discuto, ma di avvisi alla persona Davide Narduzzo non ne sono arrivati. Mi sarei aspettato qualcosa di diverso, poi ognuno fa come crede. Io mi sono sempre comportato bene, non provo nessun tipo di rancore, però dopo che mi avevano conosciuto come persona pensavo almeno di ricevere il benservito in altro modo”.
Hai continuato a seguire la Robur anche quest’anno?
“Certo. Mi è dispiaciuto per l’esonero di mister Gilardino, con cui sono in grandi rapporti. Anche i miei compagni dell’anno scorso sono tutti bravissimi ragazzi, gli auguro il meglio”.
Conosci molto bene il girone, che idea ti sei fatto del campionato?
“La Reggiana ha una squadra di valore, conosco diversi giocatori. Il Modena forse può anche permettersi qualcosina in più, ma in campionati come questi può succedere di tutto. Hanno fatto un record incredibile di vittorie consecutive, la Reggiana dal canto suo non ha mai perso. Considerando anche Pescara, Entella e lo stesso Siena, direi che il girone B è quello più competitivo”.
Nel tuo futuro adesso cosa c’è?
“Il mio obiettivo adesso è cercare una squadra all’estero. Vorrei provare un’esperienza nuova, è un desiderio che io e mia moglie abbiamo sempre avuto. Ancora non abbiamo niente di concreto in mano però l’idea è quella di andare a giocare fuori”.
In bianconero ci torneresti?
“Certo, a Siena tornerei più che volentieri. Se ci sono le condizioni per tutti quanti non vedo perché no”.
Vuoi fare un saluto ai tifosi?
“Le persone di Siena sono entrate molto dentro di me, per l’affetto e la passione che hanno, soprattutto per la Robur. Auguro a tutti i tifosi di potersi divertire un po’ di più allo stadio e che il futuro possa riservargli quelle soddisfazioni che meritano”.
(Jacopo Fanetti)
Fonte: Fol