Mulinacci: il rapporto di Montanari con la città e i tifosi è irrimediabilmente compromesso
I rapporti tra il presidente Montanari e i tifosi sono ridotti ormai ai minimi termini, nonostante l’ottima accoglienza riservatagli al suo arrivo.
Una società di calcio è un’azienda come un’altra il cui unico scopo finanziario è quello di raggiungere l’utile di bilancio. Detto questo si deve essere consapevoli che – almeno nel breve termine – saranno più le uscite che le entrate poi, se si è capaci e lungimiranti, si può anche provare a raggiungere la parità di bilancio. Una società di calcio ha tante componenti, non solo calciatori, ma anche dipendenti, collaboratori, settore giovanile, squadra femminile e fornitori: tutti con lo stesso diritto di essere pagati per il lavoro che svolgono. Abbiamo raccolto tanti elementi che ci dicono che non è andata proprio così ed è infantile l’atteggiamento tenuto da Montanari di isolare tutti dalla città, per paura che circolino notizie scomode, mossa che non gli è riuscita. Poi c’è un’altra considerazione da fare, non meno importante.
Nonostante ne sia il proprietario legale, dovrebbe sapere e ricordare che non si è mai proprietari al 100% di una società calcistica perché la Robur è un’istituzione della città, con una sua storia e con i suoi valori e una buona parte di essa resterà comunque di proprietà dei tifosi che la amano da sempre.
Subito abbiamo accordato fiducia a Montanari, riconoscendo i meriti per un inizio di stagione convincente e gli oltre 2000 abbonamenti dimostrano, oltre ogni dubbio, la fiducia che la tifoseria riponeva nella proprietà.
I risultati iniziali, sono da attribuirsi al buon lavoro del direttore Salvini, cosi come al vice presidente Mangiavacchi, poi sono stati accantonati e sono cominciati i problemi per aver dato la società in mano a chi si è dimostrato non all’altezza.
Adesso tutti stiamo aspettando la data del 16 febbraio (scadenza federale), che se non rispettata porterà punti di penalizzazione e questo sarebbe veramente grave. In ogni caso il suo rapporto con la città e i tifosi è irrimediabilmente compromesso e senza margini di recupero anche se questo, al presidente, non importa assolutamente nulla, come dimostra anche la vicenda dello striscione dei Fedelissimi.
C’è un altro aspetto della situazione che non mi convince: stento a credere che coloro che hanno venduto la società per sei milioni di euro, più 1,3 di lavori da fare allo stadio, non avessero considerato che questi soldi non li avrebbero mai incassati e che la gestione sarebbe stata questa che stiamo vedendo.
Lorenzo Mulinacci – Presidente SC Fedelissimi
Fonte: FOL