Mulinacci : facciamo in modo che il sogno di De Luca sia solo interrotto

 

 

Un momento difficile, il peggiore degli ultimi 10 anni per la Robur. Il sogno di De Luca sta per svanire e tra qualche domenica anche i numeri diranno quello che ormai è già scritto.

Ne parliamo con Lorenzo Mulinacci, presidente del Siena Club Fedelissimi e testimone oculare della storia della Robur degli ultimi 40 anni.

 

Lorenzo, partiamo da Mezzaroma che giudizio dai di questi primi mesi?

 

“ Quando Mezzaroma ha comprato il Siena sapeva che la squadra aveva già un piede e mezzo in serie B. Nei dieci giorni di mercato che aveva a disposizione si è mosso come ha potuto, ma l’impresa non è riuscita. Forse poteva fare di più, ma non credo abbia grandi responsabilità su questa quasi sicura retrocessione. Le responsabilità sono di altri, sono di Stronati e compagnia.”

 

Qualcuno dice che a Stronati è stata concessa troppa fiducia

 

“Io cerco sempre di giudicare dai risultati e non rinnego certamente i due anni e mezzo in cui ci siamo divertiti (almeno io mi sono divertito) facendo 44 punti sia con Beretta che con Giampaolo. Questa estate Stronati e Gerolin hanno compiuto un vero e proprio scempio, peggiorandolo con l’assurda imposizione a Giampaolo di allenare una squadra che lui voleva lasciare.  Non parliamo poi della cessione di Portanova ad oggi ancora incomprensibile e i cui risultati sono stati devastanti. Detto questo, però, non rinnego la scelta, effettuata unanimamente dai club organizzati e dalla Curva Robur di non contestare alla presentazione anche se, a posteriori, è ovvio che sia stato un errore. Quando mi sono reso conto del “troiao”  che avevano fatto li abbiamo contestati duramente fino al loro allontanamento. Personalmente li ho anche contestati pesantemente, e da solo, all’aeroporto di Palermo. Ma il danno era già fatto.”

 

Anche la squadra ha le sue responsabilità, alla fine chi scende in campo sono i giocatori

 

“Quando si arriva a fine campionato la classifica rispecchia quasi sempre il valore delle forze in campo ed il Siena occupa il posto che gli compete. Gli scempi sono stati compiuti questa estate allestendo un rosa non all’altezza della categoria. Spesso si dice: i giocatori devono tirare fuori le palle, i giocatori non si impegnano. Questi sono luoghi comuni che condivido parzialmente. Ci si può impegnare alla morte, ma se non si hanno le doti tecniche, più di tanto non si può arrivare. Secondo me i giocatori non si possono discutere sul piano dell’impegno, semmai su quello delle qualità, ma questo è frutto di una valutazione sbagliata di chi li ha scelti. Per vincere non si deve tirare i calci ci voglio altre caratteristiche tecniche che quest’anno non abbiamo. Un capitolo a parte per Vergassola e Maccarone due grandi giocatori e due grandi uomini. Se retrocediamo non è certo colpa loro. Hanno dato tanto per la Robur e mi auguro che continuino a darlo. Se siamo arrivati a 7 anni in serie A gran parte è merito anche loro e per questo andranno sempre ringraziati. Quattro Fedelissimi d’Oro consecutivi e quasi 50 goal fanno parte della storia della Robur.”

 

Il mondo dei tifosi non è più compatto come prima

 

“Il modo dei tifosi al quale mi onoro di appartenere da 40 anni è un modo che come tutto il calcio è cambiato, sicuramente in peggio, con il passare degli anni. Prima i gradi di tifoso si acquisivano sul “campo”: trasferte, impegno settimanale, presenza fisica a tutte le manifestazioni dove c’era la Robur ed anche agli allenamenti. Molti di coloro che militano nei vari club  o nella Curva Robur possono vantare questo percorso. Adesso il tifoso vive con internet. E’ un grande tifoso chi appena terminata la partita in trasferta è pronto sui vari siti a dire la sua e dare giudizi. Il parere di chi ha speso soldi, sacrificio e magari, come a Bergamo, ha preso 2 ore d’acqua conta di meno. Ora va di moda la frase “IO L’AVEVO DETTO”, un concetto lontano da me.

Non l’ho mai pronunciata nemmeno quando al secondo anno di serie A una parte della tifoseria attaccò De Luca, io mi opposi e fui accusato di essere un venduto e un ruffiano, anche da chi adesso, a tre anni dalla sua scomparsa, tutto questo lo ha dimenticato. Stesso discorso quando Stronati non confermò Beretta puntando su Giampaolo. Tutti si sbaglia, nessuno è infallibile anche io ho commesso degli errori di cui me ne sono pentito. Personalmente e con me tutti i Fedelissimi, abbiamo sempre collaborato con tutti i tifosi degli altri clubs e con i ragazzi della Curva e questo fino a Siena-Sampdoria quando qualcuno, partendo dallo striscione AVANTI MEZZAROMA apparso in curva, ha intrapreso una assurda crociata anti Fedelissimi. Chi ha vissuto le vicende del tifo bianconero sa che quello striscione aveva un senso in quanto i Fedelissimi erano presenti ufficialmente in curva da diverso tempo. Spesso abbiamo condiviso le strategie dopo averne parlato insieme ed anche se non del tutto d’accordo ci siamo adeguati. In quella occasione non è andata così ma solo per una errata comunicazione, senza nessun secondo fine, tant’è che, immediatamente, ho dato la mia disponibilità per un chiarimento, disponibilità mai raccolta. La nostra disponibilità c’è sempre e se qualcuno dei responsabili della Curva vuole chiarire l’equivoco noi ne siamo ben lieti, in caso contrario la nostra storia e quella della Curva ci permettono di andare avanti ognuno per la propria strada.”

 

Torniamo al Siena e al futuro, cosa ti aspetti da Massimo Mezzaroma?

 

“ Il presidente Mezzaroma ha creduto fino in fondo ad una miracolosa salvezza rifiutando, spero solo ufficialmente, di pensare al futuro. Da adesso comincia l’era Mezzaroma e parte con un vantaggio che il suo predecessore non ha avuto: rimane simpatico ed ispira fiducia. Ma questo non basta, ora per la nuova proprietà inizia il difficile. Manca ancora il Direttore Sportivo e il Direttore Generale figure importanti per chi, proprietario di una società, non può occuparsene, per motivi di lavoro, in prima persona. Sappiamo che per il ruolo di DS si punta su un personaggio molto stimato e che sempre ha fatto bene, si sta lavorando su questo obbiettivo e condivido la strategia messa in atto a condizione che, entro la fine di maggio, si abbia la certezza del suo arrivo, altrimenti è bene virare su altre soluzioni altrettanto valide.

Per quanto riguarda il DG ho l’impressione, personale, che il presidente non voglia ingaggiare un professionista ma affidarsi a forze interne alla società. Per me sarebbe un errore, ma come al solito saranno i risultati a parlare. Spero che Massimo Mezzaroma valuti tutto con freddezza e serenità e che confermi la grande fiducia che la maggior parte di noi tifosi abbiamo nei suoi confronti.”

 

Da veterano dei tifosi cosa ti senti di dire, in questo momento, a tutti coloro che vivono la tua stessa passione?

 

A dieci anni dalla storica promozione in serie B, purtroppo, ci stiamo per tornare. Sette anni di serie A rappresentano una generazione. I tifosi che adesso hanno oltre 20 anni hanno sempre visto il Siena in Serie A, ma la storia della Robur non è fatta solo di serie A o B ma anche di categorie inferiori che abbiamo abbandonato ed in cui non vogliamo più precipitare. Non abbattiamoci, una retrocessione è dolorosa, triste, dura da accettare ma non rappresenta la fine della Robur. Rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo, ognuno per le proprie competenze, di dare il nostro contributo affinché il sogno di Paolo de Luca non sia finito ma solo interrotto.”

Fonte: Fedelissimo Online