Morgia: Contro tutto e tutti, come fossimo Sansone

“Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere che la troppa abbondanza poteva essere un problema e che io avrei potuto avere difficoltà nel gestire lo spogliatoio: a 63 anni ne gestisco anche 40 di giocatori e solo in un gruppo di imbecilli l'abbondanza è controproducente. La mia squadra è composta invece da uomini intelligenti, non è proprio questo il caso”. Parte dalla situazione infermeria mister Morgia, nel presentare Sangiovanni-Robur, con il dispiacere di aver perso Riva e Russo, “due giocatori importantissimi”, nel giro di una settimana. “Sono assenze pesanti per la squadra – ha spiegato il tecnico -, considerato il ruolo che ricoprono. Ma sono dispiaciuto soprattutto per loro. Russo ne avrà per diversi mesi, difficile quantificarli. La ricalcificazione di una frattura alla tibia, cambia da soggetto a soggetto. L'ha presa male, come una ragazzo di 21 anni che ha rescisso un contratto con una squadra di serie A e che dopo tante stagioni in giro per l'Italia aveva trovato la sua dimensione e un tecnico e una squadra che gli avevano dato totale fiducia. Gli ho spiegato che non saranno cinque-sei partite non giocate a cambiare la stima che io, i suoi compagni, la città, abbiamo nei suoi confronti, perché tutti abbiamo imparato a conoscerlo e sappiamo quanto vale sia come professionista che come uomo. E' ancora giovane, ha tutto il tempo davanti: come ho detto anche a lui quel che non uccide fortifica. Io sono a sua completa disposizione”. Sempre più importante, vista la situazione, allora, il recupero di Vergassola e Redi, che dovrebbero riprendere con la squadra la prossima settimana… “Sicuramente – ha ammesso Morgia -, anche se avranno bisogno di altro tempo per ritrovare la giusta condizione. Sono fuori da sei mesi: una cosa è guarire clinicamente, un'altra agonisticamente, ritrovare il ritmo partita. Guardate Bigoni e Scalzone. Alla fine, da quando abbiamo iniziato, non siamo mai stati al 100 per cento… Ma possiamo farci poco: i problemi fisici che ci sono capitati non sono dipesi dalla preparazione, solo Riva e Santoni hanno avuto guai muscolari. Per il resto sono state fratture o infiammazioni figlie della sfortuna”. “Visto tutto quello che continua a capitarci – ha proseguito il mister -, dobbiamo avere la forza di Sansone. Per quanto a me piaccia il bel gioco, è arrivato il momento di mettere da parte il fioretto e impugnare la sciabola. Dobbiamo imparare a essere più cattivi, non possiamo farci picchiare sempre. Gli altri triplicano le forze contro di noi, anche in amichevole (Russo si è infortunato nel test di giovedì con il Chiusi ndr). Vogliamo vincerlo questo campionato, perché siamo il Siena e portiamo i colori di una piazza gloriosa. Per riuscirci dobbiamo essere grintosi, senza mai rinunciare però allo spirito di squadra”. Spirito di squadra: il concetto chiave di Morgia. “Per noi ogni domenica è una battaglia – ha commentato l'allenatore della Robur -, perché ogni avversario che incontriamo si sente Davide contro Golia. Sarà così anche domani, con il Sangiovanni che ha, come tutti, chiamato a raccolta i tifosi e che scenderà in campo forte dell'entusiasmo che porta con sé un cambio in panchina. Malotti, a quanto so, è un caratteriale, un allenatore che punta tutto sulla grinta e sulla determinazione. E allora dovremo triplicare anche noi le energie, giocare l'uno per l'altro, senza individualismi, ma da squadra che vuole centrare l'impresa”. “Se ho parlato con la società di un rinnovo – ha chiuso il tecnico bianconero -? Nella mia carriera, anche quando era in ascesa, non ho mai lavorato per trovare un contratto. Anzi, ne ho strappati tre o quattro, rinunciando anche a dei soldi. La scorsa estate quando il Siena mi ha cercato ero fermo, dopo aver lasciato la Pistoiese e aver rifiutato altre offerte. Se ho detto sì a Ponte è perché mi ha convinto il progetto che mi ha proposto. E così sarà anche in futuro: sceglierò sempre una prospettiva inerente al mio modo di vedere il calcio. Che poi a Siena stia come a casa credo non ci sia neanche il bisogno di ripeterlo”. (Angela Gorellini)

Fonte: Fedelissimo on line