Morgia: “Chi prende il Siena deve prima conoscere nel profondo i senesi e averne rispetto”

L’ospite più atteso del quadrangolare in memoria di Arturo e il Guaspa era senza dubbio Massimo Morgia. L’ex tecnico bianconero è tornato a Siena appositamente per ricordare i due tifosi scomparsi, e per l’occasione ha anche guidato dalla panchina la squadra degli Amici di Arturo: «Quando Vincenzo (Pratelli, ndr) mi ha chiamato – racconta – mi ha detto che gli ho fatto un favore, ma in realtà loro mi hanno regalato una grande emozione. È stato un onore guidare gli Amici di Arturo alla vittoria e dedicarla a lui e alla sua famiglia. Ero affezionato ad entrambi, ma in modo particolare ad Arturo. Ho sempre dichiarato che quel gruppo di ragazzini (i Boys, ndr), che ora sono uomini, fossero una delle cose più belle. È stato un piacere ritornare stando lì in mezzo al campo a cantare la Verbena. Ho rivissuto tante emozioni e rivisto tanti amici. A Siena ho lasciato una parte di me, sono contento ed emozionato di essere tornato per una manifestazione così bella in onore di due ragazzi che hanno amato il Siena».

La situazione attuale in cui naviga la Robur non lascia indifferente l’allenatore della promozione in Serie C: «Non fa male, di più. Siena è una delle poche città che, grazie alle contrade e al Palio, ha conservato le tradizioni che altrove sono un po’ scomparse. Qui invece c’è ancora questo legame forte tra i senesi di tutte le contrade, che poi si riuniscono intorno alla Robur. Per me la Serie C è poco per il Siena, vederla così è un grande dispiacere».

La realtà è che dopo nove anni la Robur si ritrova sempre allo stesso punto. «Penso che i problemi – ammette Morgia – siano in tutto il calcio italiano, perché non ci sono più proprietà locali che hanno lo stesso amore dei tifosi. Sono proprietà che vengono da fuori, molte delle quali portate da interessi al di fuori del calcio. Chi prende il Siena, al di là del calcio, deve prima conoscere nel profondo chi sono i senesi e averne rispetto». (Jacopo Fanetti)

Fonte: Fol