Mian è categorico: “Non mi interessa acquistare la Robur”
"Non esiste alcuna possibilità reale che diventi proprietario o semplice socio dell'Ac Siena". Maurizio Mian, per il momento, chiude le porte alla Robur e non arriverà con il suo cane Gunther per rilevare le azioni di Massimo Mezzaroma e provare a, dare un futuro alla società bianconera che adesso rischia davvero il fallimento. Ma andiamo per ordine.
La trattativa – Pochi giorni fa al Corriere di Siena l'assessore allo sport Leonardo Tafani è stato chiaro: "Sappiamo di una difficile trattativa in corso per il passaggio di mano della proprietà". Questa mediazione che ha coinvolto anche il Monte dei paschi va avanti già da alcuni mesi, ma non ha mai avuto una accelerata concreta rimanendo di fatto ad uno stato embrionale. Anche il lavoro istituzionale e quello più impegnativo portato avanti dai legali di Mezzaroma e Mian non ha dato i frutti sperati. Anzi, la proposta avanzata dallo stesso Mian non è stata ritenuta accettabile dalla Banca che, oltre ad una valutazione generale, l'ha giudicata tecnicamente troppo rischiosa (fonti vicine al Mps parlano di un intervento di circa 5milioni di euro con liquidità al 40% e immobili a garanzia a carico della stessa Banca). L'imprenditore pisano, rientrato da poco dalla Florida, non sembra più interessato ad andare avanti e anche nelle istituzioni senesi serpeggia ormai la convinzione che sia tutto saltato. Lo spettro del fallimento è dietro all'angolo.
Parla Mian – "In questo momento – ha sottolineato al Corriere di Siena che lo lia raggiunto telefonicamente ieri pomeriggio – c'è senza dubbio una situazione delicata. A Siena ho amici, la città mi piace molto e sono dispiaciuto per i problemi che si sono verificati negli ultimi anni, in particolare per il Monte dei paschi. Confermo che ho avuto contatti sulla questione del Siena calcio, ma tutto si è fermato alle parole anche perché al momento non ci sono le condizioni perché io ed il mio gruppo si possa diventare soci o proprietari della società". L'imprenditore (che tra l'altro è azionista di minoranza dell' Unità, a cui ha chiesto indietro 4 milioni di euro prestati in differenti tranche) chiude le porte anche ad una eventuale promozione in serie A: "Non è una questione di categorie, è proprio l'impossibilità dell'operazione che non si farà. Questa è la situazione reale. Inoltre non credo nemmeno che Siena possa pensare soltanto al risultato sportivo, per il futuro c'è bisogno di tante altre cose oltre al contesto legato allo sport". Emerge da Mian una filosofia del tutto particolare di concepire il calcio: "Ovviamente la questione sportiva resta una priorità, ad esempio la valorizzazione dei giovani è un punto da coltivare, ma io penso anche a quello che sarà il futuro al di là dei risultati e dei trionfi, quello che c'è di più è vivere gli aspetti più belli del calcio come dice Papa Francesco, dalle questioni sociali fino alle famiglie che riempiono gli stadi, passando per il turismo, le bellezze artistiche. Al di là dei successi sportivi dobbiamo essere capaci di guardarci intorno, la gente credo voglia questo".
Quale futuro? – C'è solo il fallimento dopo Mezzaroma? Senza promozione in serie A, per adesso, il destino del Siena calcio sembra già segnato con la chiusura della centenaria società. Senza altre alternative l'unico filo di speranza resterebbe legato alle sorelle Mezzaroma, Valentina e Barbara. L'ipotesi sarebbe quella di accompagnare la società fino alla fine del campionato, inserire un amministratore delegato al posto del fratello Massimo e legarsi ad uno sponsor. Ma questa strada, ad oggi, sembra impercorribile dal Ynomento che la separazione in famiglia appare totale.
Fonte: Corriere di Siena