Mangiavacchi: “Non sono io ad essermene andato. Sarò sempre un uomo del Siena, ma quel sarcasmo mi ha dato noia”
Nel corso della trasmissione ‘Fuoricampo’ su RadioSienaTv è intervenuto il vice presidente uscente Claudio Mangiavacchi, il quale ha parlato della sua parentesi in bianconero e puntualizzato alcuni aspetti. Queste le sue dichiarazioni:
Virtus Entella – “È stata una vittoria più che convincente, sono tre punti importantissimi e pesantissimi perché affrontavamo una delle tre squadre più forti del girone. Voglio ribadire come il Siena abbia un buonissimo organico. Abbiamo perso qualche punto un po’ per sfortuna un po’ per assenze, che sono capitate tutte insieme. Quando ti iniziano a mancare 4-5 giocatori importanti diventa difficile”.
Ancona – “Le gare sono tutte importanti, ma questa viene prima della sosta di Natale e ci permetterebbe di salire in classifica in caso di vittoria, posizionandoci nel posto che più meritiamo. Sono fiducioso, mi auguro di vincere”.
Mercato – “Mi auguro che si intervenga, ma per farlo serve che guarisca il direttore sportivo. È da 10 giorni che non sta troppo bene purtroppo. Dipende poi da quello che deciderà insieme alla società, se si vuole investire servono denari. Puoi anche ottenere dei prestiti o qualche giocatore in scambio, ma di solito quando si va nel mercato si investe per rinforzare la rosa. Il direttore è bravissimo, ha fatto un capolavoro perché non spendendo tanto ha costruito una squadra di uomini che danno tutto per la società”.
Nuova sede dei Fedelissimi – “Non potevo non andare all’inaugurazione dei Fedelissimi. Ho un rapporto con il club dal 1999, quando nacque il famoso 40-40-20 che ci ha portato dove ci ha portato. Con l’unico vero presidente che ha avuto il Siena ovvero l’ingegner De Luca. Difficilmente si potrà ripetere quello che ha fatto. Per me non era un atto dovuto ma un piacere, perché nel club ho tantissimi amici. Hanno fatto tanti sacrifici per questa nuova sede, penso avrebbero avuto piacere se qualcuno li avesse omaggiati con la presenza. Non lo capisco come atteggiamento”.
Addio – “Io non me ne sono andato. Da tifoso e dirigente a me cambia poco, a questa società ho sempre voluto e sempre vorrò bene, anche da fuori. Non ho litigato con Montanari, è stata una sua decisione. Ha preferito mettere un suo uomo di fiducia perché più stretto collaboratore di me. Lui è il proprietario e può decidere”.
Ironia – “Sarò sempre un uomo del Siena, mi dà solo noia quel pizzico di sarcasmo. Leggere che Napolitano ha portato fortuna, evidentemente è stato bravissimo in tre giorni a far vincere il Siena a Chiavari. È una cosa che non riesco a capire e che mi fa anche un po’ pena. Al di là del fatto che non me la merito, non capisco il fine di tutto questo. Non so se con il mio addio si è persa la senesità, a me basta che chi gestisce la società faccia il bene del Siena”.
Futuro – “Spero che tutto venga mantenuto e migliorato. Pensiamo che ad inizio agosto il settore giovanile non c’era, ci siamo impegnati tantissimo e ora ci sono più di cento ragazzi che ne fanno parte”.
Problemi – “I problemi economici li hanno tutte le società. Bisogna essere bravi ad affrontare dei momenti in cui c’è qualche problema con più serenità. L’ingegner Montanari nelle sua lettera ha chiesto tante cose ai tifosi del Siena, magari i tifosi del Siena chiederanno tante cose a lui. L’importante comunque sono i risultati della squadra perché con quando ci sono quelli si trovano diverse soluzioni favorevoli”.
Auspicio – “Ho avuto la fortuna di seguire da vicino il ritiro della squadra, si era creato un qualcosa di magico. Un gruppo eccezionale, si vedeva agli allenamenti, a tavola e dopo cena. Si respirava un’aria buona. Non ci scordiamo che a Siena sono arrivati giocatori importanti, e anche i reduci sono giocatori di spessore. Ribadisco che il direttore ha fatto un’opera d’arte. Mi auguro che il mercato possa dare un aiuto in più allo staff, e tutto deve essere fatto in prospettiva”.
(Jacopo Fanetti)
Fonte: Fol