Malotti si chiama fuori. “Allenare il Siena sarebbe bellissimo, ma non posso accettare”
“Non è un segreto che sia Toccafondi che Giacomini mi abbiano cercato, però in questo momento non posso accettare. È il momento più sbagliato per me”. Roberto Malotti, ex tecnico del Montevarchi, si chiama di fatto fuori dalla panchina della Robur in caso di ripartenza dall’Eccellenza.
Come mai, mister?
Non faccio l’allenatore per professione, lo faccio per passione. Venire a Siena sarebbe una cosa bellissima, perché è una squadra toscana vicino a dove abito e ha un sapore particolare. Se non avessi problemi sarei venuto di corsa. Ma ho appena aperto due ristoranti, ho delle difficoltà oggettive che non mi permettono di dire sì. Anche se chiaramente non è una possibilità che ti capita tutti i giorni. Ho rifiutato anche squadre di Lega Pro.
Il suo, quindi, è un no definitivo?
Quasi completamente. A meno che non esca fuori qualcosa.
Niente calcio quindi per adesso?
A parte questi ultimi anni a Montevarchi, proprio per la questione del mio lavoro, sono sempre subentrato. Non sono mai voluto andare fuori dalla Toscana o lontano da Firenze. Subentrare nel Siena? Mi auguro di no, vorrebbe dire che le cose non stanno andando bene. Se un giorno non avrò problemi di lavoro, verrò di corsa. Allenare a Siena sarebbe motivo di vanto.
Giacomini l’aveva individuata come figura giusta per la ripartenza?
Bisognerebbe chiederlo a lui. So che cercano una persona che porta nell’ambiente grande entusiasmo e passione. E io faccio calcio per passione, non per lavoro. Il giorno che lo vivrò come lavoro smetterò.
Il Siena ripartirebbe dall’Eccellenza con un ritardo enorme, e in più con l’obbligo di provare a vincere.
È questione di sapere che inizialmente incontrerai delle difficoltà, scontrandoti con realtà inferiori ma che in quel momento sono più avanti. L’importante è conoscere le difficoltà e superarle. Il Livorno ebbe difficoltà a ripartire dall’ Eccellenza. Chi gestirà il Siena da un punto di vista tecnico-tattico e fisico dovrà sbagliare il meno possibile perché gli errori aumenteranno il tempo per mettersi al pari delle altre. Non è un percorso scontato, non è che si vince 10-0 solo perché ci si chiama Siena. Il Siena ora ha bisogno di persone serie che portano un progetto, delle idee e tanto entusiasmo, in una piazza che di entusiasmo ne ha poco in questo momento. È impensabile lo spettacolo che si vedeva in Serie A, ma i tifosi apprezzano a prescindere dalla categoria un gruppo che gioca col cuore per un unico obiettivo, Siena. Non il Siena, ma Siena, intendendo i colori, la città, i tifosi, l’amare qualcosa alla follia.
(Giuseppe Ingrosso)
Fonte: Fol