MACCARONE: DUE RIGORI SBAGLIATI MA CHE CARATTERE

Erano cinque anni e mezzo che un giocatore di serie A non sbagliava due calci di rigore nella stessa partita. Il 3 febbraio 2002, in un Piacenza-Chievo, Eugenio Corini colpì prima una traversa e poi fu ipnotizzato da Matteo Guardalben. Un altro Matteo, domenica a Torino, ha mandato di traverso il pallone a Massimo Maccarone, bomber di un Siena in credito di punti. «È un vero peccato aver fallito soprattutto il primo penalty — racconta Maccarone, cui il portiere granata ha tolto ciò che il turno precedente gli aveva regalato la ditta Dida-Kaladze —, perché se avessimo pareggiato subito la gara avrebbe preso un’altra piega. Abbiamo impedito al Torino di giocare, siamo stati bravi nelle ripartenze e i miei compagni mi hanno pescato bene in profondità, come chiede Mandorlini. Stiamo lavorando tutti bene, anche e soprattutto chi non gioca e mette in difficoltà il mister quando deve scegliere l’undici titolare. Dopo un avvio difficile contro la Sampdoria, abbiamo giocato alla pari contro la Roma all’Olimpico e pareggiato con Milan e Torino. Ora ci attende un’Atalanta lanciatissima. Che duello con Zampagna, ma vogliamo i tre punti. Per noi stessi e per Mandorlini, che deve ancora vincere la sua prima gara in serie A da allenatore».
COCCIUTO Messa giù così, sembra che Maccarone tenda a svicolare. Viva il Siena, ma lui ha fatto notizia per i due rigori sbagliati, altroché. Invece Big Mac è il primo a riderci sopra. «Credevo che mi aveste chiamato per una lezione di tecnica… Bravo Sereni, soprattutto sul primo rigore, anche se io potevo tirarlo meglio. Non ho avuto dubbi anche nella ripresa, quando mi sono procurato il secondo. Ho cambiato angolo? Lì per lì non ci ho nemmeno pensato. Solo che l’ho calciato anche peggio, poco angolato, e Sereni è stato di nuovo bravo a intuire. Se non altro la fortuna mi ha sorriso perché il pallone mi è tornato tra i piedi e ho pareggiato». Tornare sul dischetto può averla condizionata psicologicamente? «Per nulla, me la sentivo e ho subito preso il pallone. E’ un po’ come quando si cade da cavallo. Bisogna subito rimontare in sella per esorcizzare la paura ». Solo che la sua cavalcata ora rischia di trasformarsi in un rodeo…«Il prossimo rigore lo tiro io — risponde perentorio il Macca —, guai al primo compagno che si avvicina al pallone».
PREPARAZIONE Una sicurezza data dall’ottimo stato di forma. Per la prima volta nelle ultime quattro stagioni, Maccarone è riuscito a fare una preparazione completa e i risultati si vedono. Malgrado l’incubo dal dischetto, infatti, si è meritato un bel 7 in pagella (che però vale 4, cioè 7+3-3-3) perché da solo ha fatto impazzire la difesa granata, guidata da un veterano come Natali, procurandosi entrambi i penalty. Ma Corini, suo illustre predecessore, le ha detto qualcosa? «No, scopro solo ora che era lui il mio illustre predecessore. Curioso che fosse in campo con me». Forse il «Genio» sperava in un terzo scivolone. Ma a quei livelli mistici c’è solo Martin Palermo, che in un Colombia-Argentina del 5 luglio 1999 dagli undici metri riuscì a sbagliare tre volte.
Fonte: La Gazzetta dello Sport