L’oro del Siena

In ogni squadra, in qualsiasi categoria e ovunque nel mondo, esiste una graduatoria nella scelta dell’undici da schierare. Ci sono i titolari e le cosiddette riserve, giocatori che giocano meno anche se con cinque cambi a disposizione le due definizioni sono sostanzialmente superate. Per un allenatore non è facile gestire una rosa ampia e avere pronti alla bisogna quegli elementi che giocano meno, tutt’altro, ci riescono in pochi e Guido Pagliuca è uno di questi. Non servono le parole o almeno non bastano, ci vuole qualcosa in più che il nostro tecnico ha ampiamente dimostrato di possedere. Lavorare sulla rosa allenando gambe e testa è il primo passo, quello che porta alla trasformazione di un insieme in un gruppo vero, in una squadra. Il secondo step è di far capire, con i fatti, che tutti i componenti della rosa fanno parte del progetto tecnico, che tutti sono importanti e che nessuno verrà trascurato. Detta così sembra facile, ma chiediamoci perché non sempre accade e non tutti gli allenatori ci riescono. La mentalità di fare parte di un gruppo compatto è fondamentale e quando uno viene schierato è portato sempre a dare il massimo. Ultimamente il Siena si è trovato nelle condizioni di affrontare più di un’emergenza ed è riuscito ad uscirne fuori grazie al raddoppiato impegno di chi solitamente gioca, ma anche alle qualità e condizioni psico-fisiche di chi è stato buttato nella mischia, magari all’ultimo minuto. Il caso di Riccardi e Franco è un esempio lampante, ma non sono i soli e quando arriverà il loro momento tutti risponderanno presente perché questo è lo spirito della Banda Pagliuca, l’oro di Siena. (Nicnat)