Lo stadio è un problema più grande di quanto si pensi

Gli occhi di tutti sono puntati, non senza apprensione, alla data fatidica del 20 giugno, termine ultimo per mettersi in regola saldando tutte le pendenze federali fino ad ora non onorate. È impossibile prevedere le mosse di Montanari, se verserà o meno i circa 3 mln di euro necessari permettendo così la regolare iscrizione al prossimo campionato di serie C 2023-24. Da osservatori seppur interessati ci sembra una strada poco percorribile per il semplice motivo che è difficile capire i motivi per cui chi ha avuto la possibilità di pagare a rate – alle scadenze prestabilite – non l’abbia fatto trovandosi ora nella posizione di saldare l’intera cifra in un unico versamento. Cè però un altro problema che deve essere risolto entro il 15 giugno, termine stabilito dalla Lega Pro per indicare lo stadio dove il Siena svolgerà la sua attività, insieme ad un altro di riserva e questo è il primo punto inderogabile per ottenere l’iscrizione. Nella stagione appena conclusa il Siena ha indicato il Franchi e come riserva il Porta Elisa di Lucca e, a parti invertite, la stessa cosa ha fatto la Lucchese. Quale sarà l’impianto che l’ACR Siena proporrà? Il Franchi per cui c’è in corso una revoca della convenzione? Il Franchi che a breve non avrà più l’agibilità? Un altro stadio nelle vicinanze? E ancora, chi prenderà i contatti con la società che ci potrebbe concedere l’impianto e con l’amministrazione comunale di riferimento vista la latitanza dell’attuale proprietà? Tante domande, troppe per prevedere un futuro di normalità, ammesso e non concesso che il termine “normalità” appartenga alla Robur. (NN)

Fonte: FOL